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Svizzera 1954

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Oleg_Vlasov
view post Posted on 25/5/2010, 21:02 by: Oleg_Vlasov
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Statistiche
Da segnalare, infine, il quarto di finale disputato a Losanna tra Austria e Svizzera, terminato 7-5: ad oggi rimane la partita dei Mondiali nella quale sono state segnate più reti, 12 reti. Sempre in questa edizione, si disputò anche la seconda partita per numero di gol segnati: nel girone eliminatorio l'Ungheria sconfisse la Germania Ovest per 8-3, per un totale di 11 gol. Nell'edizione del 1982 si aggiunse in questa speciale classifica la partita Ungheria - El Salvador, terminata 10-1 per i magiari.

Il campionato mondiale di calcio 1954 o Coppa del mondo Jules Rimet del 1954 è stata la V edizione della coppa rimet organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Nazione ospitante: Svizzera dal 16 giugno al 4 luglio 1954. Città ospitanti: Basilea, Berna, Ginevra, Losanna, Lugano, Zurigo.

Avvenimenti

Per i primi 50 anni della FIFA, nel 1954, alla Federazione sembrò una buona idea tenere i mondiali di quell'anno "in casa propria": la Svizzera fu così selezionata come paese ospitante.
Al Mondiale svizzero parteciparono 16 squadre: l'Italia giocò per la seconda volta le qualificazioni. Una formalità, visto che, inserita in un girone a due con l'Egitto, lo sconfisse sia al Cairo che a Milano. Con essa, presero parte alla fase finale altre 11 nazionali europee, tre americane e un'asiatica, l'esordiente Corea del Sud. Fecero la loro prima apparizione a un campionato mondiale anche la Turchia (che si qualificò a spese della Spagna per sorteggio: a Roma, il 17 marzo, il quattordicenne Luigi Franco Gemma estrasse a caso il nome della nazionale mediorientale) e la Scozia, escluse a Brasile '50. Entrò in gioco per la prima volta la Germania Ovest.
Per la prima volta vennero scelte delle "teste di serie", che influenzarono la composizione e lo svolgimento dei gironi eliminatori: le due squadre considerate le più forti di ogni gruppo non si sarebbero incontrate e, dunque, per ogni girone da quattro squadre ogni nazionale avrebbe giocato solamente due partite, salvo spareggi.
Anche questa volta, per l'Italia fu una débâcle. Inserita in un girone piuttosto difficile, tutto europeo, con la Svizzera, l'Inghilterra e il Belgio, perse a Losanna, all'esordio, contro i padroni di casa e, pur umiliando il Belgio, fu costretta allo spareggio, ancora contro gli svizzeri, per staccare il secondo biglietto utile per i quarti di finale (il primo se l'era già assicurato l'Inghilterra). A Basilea, gli azzurri persero 4-1 e tornarono mestamente a casa.
Chi invece sembrò avere le carte in regola per poter trionfare fu la spettacolare Ungheria di Ferenc Puskás e dei giocatori della Honvéd. Superato il girone eliminatorio con 17 reti fatte e 3 subite in due gare, nei quarti e nelle semifinali eliminarono, con lo stesso risultato (4-2), le due finaliste di quattro anni prima, Brasile e Uruguay e in finale si ritrovarono davanti una Germania Ovest già pesantemente battuta a suon di reti nel primo turno. Invece si concretizzò quello che verrà ricordato come Miracolo di Berna: i tedeschi, sotto di due gol dopo appena 8 minuti, pareggiarono segnando a loro volta due gol in dieci minuti e, nel finale, passarono in vantaggio, vincendo il titolo.

I perché di una vittoria

La vittoria dei tedeschi è uno dei risultati più sorprendenti della storia sportiva, non solo del calcio. La nazionale ungherese era fortissima, la più forte squadra di calcio della storia, forse inferiore solo al Brasile di Pelè del 1970. I tedeschi erano sopravvalutati, non scarsi. Fino al 1954 il calcio tedesco ha prodotto giocatori forti ma non ha mai saputo essere squadra. Inoltre la massiccia frammentazione del campionato di calcio tedesco, portava alla difficoltà di reperire i migliori giocatori, in quanto sparsi in una infinità di squadre, anche minori. Sepp Herberger ha puntato molto su questo. La squadra, come detto, non era scarsa: Toni Turek in porta "parava da Dio", almeno nel giorno della finale. Werner Kohlmeyer era esperto nei salvataggi sulla linea. Werner Liebrich il centromediano era fortissimo di testa e coi piedi e spazzava via l'area di rigore da tutti i palloni che vi arrivavano.
Karl Mai era un marcatore implacabile, tanto da fermare Kocsis in finale. Jupp Posipal era un buon difensore, faceva piazza pulita di tutti i palloni. Horst Eckel era un mediano giovanissimo ma di incredibile volontà. Helmut Rahn era una velocissima ala ambidestra, dotato di un poderoso tiro con entrambi i piedi. Max Morlock era un centrocampista offensivo dotato di un formidabile senso del gol, si buttava su ogni pallone con forza e coraggio. Hans Schäfer era un trottolino di fascia abile nel cross, che sapeva anche agire centralmente nella costruzione del gioco. Ottmar Walter centravanti dal gioco veloce, forte di testa e dal buon tiro. Ma il vero fuoriclasse era senza dubbio Fritz Walter: cervello, regia e cuore della squadra; era presente in ogni azione, sia difensiva che offensiva, sapeva gestire la squadra come un allenatore in campo; i suoi tocchi di prima con i quali serviva i compagni tagliavano spesso le difese avversarie nel calcio lento di allora.
Gli ungheresi pensavano di aver già vinto e questo, come ben sappiamo, può essere letale se si gioca contro i tedeschi. Mentre gli ungheresi sentivano già di alzare la Coppa Rimet, avendo già eliminato sia i forti brasiliani che gli uruguaiani (campioni uscenti), in casa Germania, Sepp Herberger studiava come bloccare l'attacco magiaro e motivava i suoi increduli giocatori: "wir können es", noi possiamo farcela. Il giorno della finale i supponenti e stanchi ungheresi affrontarono i concentratissimi tedeschi. Il tempo darà una mano ai crucchi: la pioggia che cade copiosa quel giorno avvantaggia i panzer tedeschi e penalizza la tecnica dei magiari. Kocsis, fin lì autore di ben 11 gol, colpirà solo una traversa.
Turek quel giorno avrebbe parato anche le mosche (benché il secondo gol ungherese fosse nato da un suo errore). Gli ungheresi, devastanti nelle singole partite, dimostrarono di non saper gestire le forze in una competizione, un po' come i neozelandesi del rugby oggi. La gestione delle fatiche è invece il segreto dei successi teutonici. Comunque i successi del calcio tedesco negli anni a venire dimostreranno che il miracolo di Berna non è casuale, che il calcio tedesco è uno dei migliori in assoluto, ma che ha trovato continuità solamente a partire da quell'estate del 1954.
Il giorno seguente tutta la squadra tedesca fini misteriosamente in ospedale..

http://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mo..._di_calcio_1954
 
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