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Inghilterra 1966

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Oleg_Vlasov
view post Posted on 1/6/2010, 20:55 by: Oleg_Vlasov
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da http://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mo..._di_calcio_1966


Formula

Fase eliminatoria: quattro gruppi di quattro squadre ciascuno (identificati dal numero 1 al numero 4).
Gruppo 1: Londra (Wembley e White City).
Gruppo 2: Sheffield e Birmingham (Villa Park).
Gruppo 3: Liverpool (Goodison Park) e Manchester (Old Trafford).
Gruppo 4: Middlesbrough e Sunderland.
Alla fine di ogni girone le migliori due classificate passano ai quarti di finale. Per stabilire la priorità in caso di parità di punti vale il criterio della differenza reti. In caso di ulteriore parità è discriminante il numero di goal segnato nel girone. In caso di ulteriore parità si procede a sorteggio. Da questo punto si procede a incontri a eliminazione diretta. Si giocano quattro quarti di finale, A, B, C, e D. Il quarto A vede accoppiate la prima classificata del gruppo 1 con la seconda del gruppo 2; il quarto B la seconda del gruppo 1 con la prima del gruppo 2; il quarto C la prima del gruppo 3 con la seconda del gruppo 4 e il quarto D la seconda del gruppo 3 con la prima del gruppo 4.
La prima semifinale si disputa tra le vincenti dei quarti A e C, la seconda tra le vincenti dei quarti B e D.
Finale per il terzo posto: incontro tra le due perdenti le semifinali.
Finale per il primo posto: incontro tra le due vincenti le semifinali.
Presentazione

Introduzione
Al campionato del mondo del 1966 è legato uno dei più curiosi aneddoti riguardanti la Coppa Rimet. Come è noto, è uso che la federazione campione uscente rimetta il trofeo a disposizione della FIFA e del comitato organizzatore del campionato affiché esso possa rimanere in esposizione fino all'assegnazione al vincitore successivo (nel 1966 campione uscente era il Brasile). Il 20 marzo 1966, però, la Coppa Rimet fu rubata da ignoti durante l'esposizione al pubblico. Dopo lunghe ricerche, essa fu ritrovata, avvolta in un foglio di giornale, grazie al fiuto di un cane (il bastardino Pickles, che morì l'anno dopo strozzato dal suo stesso guinzaglio) che la intercettò in un parco pubblico londinese. Prima del ritrovamento del trofeo, la Federcalcio inglese ne aveva fatto produrre una copia, nell'eventualità che essa non venisse ritrovata in tempo. Attualmente la copia è custodita ed esposta nel Museo nazionale del Calcio. Il campionato del 1966 fu anche il primo ad adottare una mascotte (il leone Willie) e un logo per fini commerciali.
L'assegnazione all'Inghilterra fu facilitata dal fatto che l'allora capo della FIFA fosse proprio in inglese, Sir Stanley Rous, cosa che suscitò la prima di una lunga serie di polemiche sull'intero mondiale, fino alla finale. Va detto infatti che, nonostante l'eccellente mix di giocatori che poteva schierare, l'Inghilterra iniziò il torneo con intenzioni spavalde, come lo era stata la dichiarazione, datata 1963, di Ramsey, selezionatore dei reds, che promise di portare la Rimet nel paese patria del calcio, dopo che la sua nazionale aveva miseramente fallito i tentativi precedenti. L'ottavo campionato del mondo non si distinse per particolare spettacolarità, anzi fu una delle edizioni con meno gol, in ragione dell'assetto più difensivo e tattico delle squadre. La stessa Inghilterra, che avrebbe poi vinto il torneo, passò il primo turno con 4 gol all'attivo e nessuno al passivo.


Il cammino verso il campionato del mondo
Il Brasile si presentava in Inghilterra forte di due mondiali consecutivi vinti, in Svezia nel 1958 e in Cile nel 1962. Tra le altre nazionali già decorate, la Germania Ovest, già campione nel 1954 nonché tra le pretendenti al successo finale, l'Uruguay e l'Italia, forti di due successi ciascuna (rispettivamente nel 1930 e 1950 e nel 1934 e 1938). Tra le outsider, spiccavano l'Argentina, il Portogallo di Eusébio e l'URSS campione d'Europa nel 1960 e finalista nel 1964. Le rimanenti nazionali furono solo di contorno, sebbene la sorpresa più grossa venne proprio dal girone che ospitava l'unica asiatica del torneo, la Corea del Nord.
Essendo due posti già appannaggio del Brasile campione uscente e dell'Inghilterra Paese organizzatore, a contendersi i 14 posti rimanenti furono 71 squadre nazionali. La FIFA assegnò 10 squadre all'UEFA (la citata Inghilterra, Bulgaria, Francia, Germania Ovest, Italia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Ungheria e URSS) su 32 iscritte alle qualificazioni, 4 al Sudamerica (il citato Brasile, Argentina, Cile e Uruguay) su 9 iscritte, 1 al Centro-Nord America e Caraibi (Messico) su 9 iscritte e 1 all'Africa, Asia e Oceania su 19 iscritte in totale, dopo spareggio interzone tra Africa e Asia. Non esistendo all'epoca la federazione oceanica (istituita nel 1966) l'Australia avrebbe disputato il girone di qualificazione asiatico. La federazione africana protestò per l'ulteriore spareggio cui ci si sarebbe dovuti sottoporre per la qualificazione, e questo provocò il ritiro di 15 squadre africane e una asiatica, la Corea del Sud. Nel frattempo, il Sudafrica veniva squalificato dal Comitato Olimpico Internazionale da qualsiasi competizione sportiva per via del regime di apartheid lì vigente, e la FIFA si allineò al CIO. Alla fine, ad approdare alla fase finale fu la Corea del Nord. Tra le squadre europee che mancano ai nastri di partenza spicca tra tutte la Svezia, finalista dell'edizione del 1958, oltre al Belgio, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.

Composizione dei gruppi e discriminanti
Riprende l'Europa l'organizzazione della fase finale della Coppa Rimet, ma non varia la formula dell'edizione precedente, se non nei discriminanti usati. A dirimere le situazioni di parità di punti non si adotta più il quoziente reti ma la differenza reti e, in seconda battuta, le reti segnate. Rimane il sorteggio per la perdurante parità. Differenza reti che, comunque, è usata solo in un caso, nel gruppo 2, e solo per stabilire chi fra Germania Federale ed Argentina dovesse piazzarsi al primo posto, con entrambe le formazioni già qualificate. La composizione dei 4 gruppi della prima fase fu affidata al consueto sorteggio pilotato, coll'adozione di 4 fasce da 4 squadre ciascuna così composte:
Fascia 1: Grandi squadre europee (Germania Ovest, Inghilterra, Ungheria, URSS)
Fascia 2: Squadre latino europee (Francia, Italia, Portogallo, Spagna)
Fascia 3: Sud America (Argentina, Brasile, Cile, Uruguay)
Fascia 4: Piccole europee e resto del Mondo (Bulgaria, Corea del Nord, Messico, Svizzera)
Esattamente come 4 anni prima, Bulgaria e Svizzera furono considerate alla stregua di materassi, a tutto vantaggio, in questo caso, del Portogallo, esordiente assoluto, inserito in una "apposita" fascia a carattere geografico. Dal punto di vista sportivo forse è solo questa l'unica incongruenza. A facilitare il compito dei padroni di casa dell'Inghilterra, fu inoltre stabilito a priori che essi facessero parte del Gruppo 1 ed il Brasile, campione del Mondo in carica, del Gruppo 3. Ciò avrebbe significato, ammesso che entrambe le formazioni avessero fatto il loro dovere, ovvero arrivare prime nel loro girone (cosa che non riuscì al Brasile, subito eliminato), che l'Inghilterra avrebbe incontrato i detentori solo in semifinale. Analizziamo al solito il rendimento delle varie fasce nei gironi della prima fase, in ordine di punti e squadre qualificate ai quarti (fra parentesi la federazione colla migliore prestazione)
Fascia 1: 20 punti e 4 qualificate (URSS)
Fascia 2: 11 punti ed 1 qualificata (Portogallo)
Fascia 3: 12 punti e 2 qualificate (Argentina)
Fascia 4: 5 punti ed 1 qualificata (Corea del Nord)
Il torneo [modifica]

Gruppi eliminatori
Il campo rispettò quasi per intero i pronostici, con qualche clamorosa esclusione di rilievo: nel primo gruppo, l'Inghilterra si spartì la posta con l'Uruguay prima di regolare con due classici 2-0 detti "all'inglese" Francia e Messico. A ruota la stessa Celeste cui bastò un 2-1 ai francesi e un pari con i messicani per qualificarsi. Nel gruppo 2 la Spagna campione d'Europa uscente non andò oltre una vittoria striminzita contro la Svizzera (sfavorita tra l'altro dall'arbitro sovietico Bakhramov che annullò il gol regolare del 2-2 svizzero): Germania Ovest e Argentina passarono a pari punti, con i tedeschi primi per differenza reti.
Le sorprese vennero dai gruppi 3 e 4: nel gruppo 3 i campioni uscenti del Brasile batterono la Bulgaria all'esordio, ma incapparono in due sonore sconfitte contro Portogallo e Ungheria, che poi passarono ai quarti: nel gruppo 4, l'Italia si prese contro il Cile la rivincita della battaglia di Santiago di quattro anni prima, ma inciampò nell'URSS perdendo 1-0 e, nella decisiva partita contro la sottovalutata Corea del Nord, perse di nuovo 1-0, con un gol di Pak Doo Ik e toccando il punto più basso, forse, della sua storia calcistica. Il turno fu passato da URSS e Corea del Nord e i tifosi di Middlesbrough, città operaia del nord dell'Inghilterra, adottarono la nazionale asiatica e la seguirono a Liverpool per i quarti di finale. Sulla sconfitta della nazionale azzurra, guidata da Edmondo Fabbri si disse molto, e spesso senza motivo. Dopo una sconfitta abbastanza dignitosa, con l'URSS, e la vittoria ai danni dei cileni, gli azzurri fecero ridere il mondo sportivo italiano e facendosi, come detto, eliminare clamorosamente, nonostante le assenze di giocatori quali Burgnich, Rosato e Bulgarelli, la cui uscita dopo pochi minuti lasciò la squadra con un uomo in meno(a quei tempi non erano previste sostituzioni neanche in caso di infortunio). Gli azzurri, in inferiorità numerica, furono puniti alla fine del 1° tempo da una rete segnata, in un'azione casuale, da un coreano divenuto poi leggendario: Pak Doo Ik. Attaccarono per tutto il resto della partita, ma sciuparono molte palle gol e furono eliminati.
Tuttavia una sconfitta molto più clamorosa fu quella dei verdeoro brasiliani campioni del mondo in carica, dovuta sostanzialmente a due avversarie ostiche (Ungheria e Portogallo), ed alla mancanza effettiva del fuoriclasse Pelè, che uscì anzitempo sia con i bulgari sia con la compagine di Eusébio, nonché di degni rimpiazzi al posto dei "pensionati" Didi, Vava', Zagalo. Nonostante l'umiliante eliminazione il Brasile recriminò per gli arbitraggi (contro la Bulgaria arbitrata dal tedesco Kurt Tschenscher, nelle gare contro Ungheria e Portogallo arbitrate dagli inglesi Ken Dagnall e George McCabe) in cui non vennero sanzionati molti falli fatti a danno dei giocatori chiave verdeoro.

Quarti di finale
A dar colore ai quarti di finale ci pensarono Argentina e Corea del Nord. A Wembley, gli inglesi erano impegnati in una tesissima partita contro i sudamericani; dopo solo mezz'ora gli c'erano già quattro ammonizioni argentine (Perfumo, Solari, Rattin e Artime) mentre all'inglese Stiles è conceso ogni tipo di entrata e, al 33', il talentuoso capitano argentino Antonio Ubaldo Rattin venne espulso dall'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein perché, come dichiarò in seguito l'arbitro stesso, non gli piaceva l'espressione della sua faccia.
Nonostante gli inviti dell'arbitro tedesco a lasciare il campo, l'argentino fece finta di non capire e pretese un interprete. Alla fine, sconsolato, lasciò il terreno di gioco e si sedette sul tappeto rosso riservato ai membri della casa reale inglese, prendendo i fischi di tutto lo stadio e ricevendo l'appellativo di "Animale". Facilitata dall'espulsione e contro un avversario esasperato l'Inghilterra alla fine vinse 1-0, andando in semifinale. L'espulsione di Rattin venne definita in patria come el robo del siglo (il furto del secolo), il giornale sportivo francese L'Équipe intitolò «Lo scandalo è entrato a Wembley» e il suo inviato Jean Cornu scrisse «Scandaloso l'arbitro, Stiles meritava una sanzione più di Rattin..». Al Goodison Park di Liverpool, lo stadio dell'Everton, invece, la Corea del Nord riuscì a portarsi addirittura sul 3-0 in poco meno di mezz'ora prima che il Portogallo riuscisse a serrare le file e riorganizzare il gioco.
L'ingenuità tattica degli asiatici e la superiore classe dei portoghesi fece poi la differenza e la squadra di Eusébio (4 gol in quella partita) vinse 5-3 e raggiunse in semifinale l'Inghilterra. Senza sussulti invece il quarto di finale tra URSS e Ungheria (2-1 per i sovietici) mentre nella gara tra Germania Ovest e Uruguay l'arbitro inglese Jim Finney, dopo aver negato un calcio di rigore ai sudamericani per un intervento di mano di Schnellinger in area, cacciò gli uruguaiani Horacio Troche e Héctor Silva; in 11 contro 9, i tedeschi vinsero 4-0 eliminando l'Uruguay. In definitiva nei quarti di finale si assistette ad alcuni degli episodi meno limpidi nella storia dei mondiali di calcio.

Semifinali
Le due semifinali si giocarono a un giorno di distanza, il 25 e 26 luglio a Liverpool (Germania Ovest-URSS) e a Londra (Inghilterra-Portogallo). Sotto la direzione dell'italiano Concetto Lo Bello i tedeschi regolarono non senza fatica i sovietici. A segnare per la Germania Ovest furono Haller e Beckenbauer. La nazionale sovietica sprecò probabilmente una grande chance per la vittoria, dato che in quell'edizione poteva schierare atleti del calibro di Metreveli, Porkujan, Malofeiev, Voronin ma soprattutto il grande Lev Yashin, uno dei più grandi portieri della storia del calcio. Anche in questa gara ci furono critiche arbitrali, poiché i sovietici furono costretti a giocare in 9 uomini a causa dell'infortunio di Sabo (all'epoca non si effettuavano cambi) e per l'espulsione dell'attaccante Igor Čislenko; l'inviato de L'Équipe Robert Vergne scrisse «Contro l'URSS la Germania ha mostrato il peggior calcio di questi mondiali. Chi parla di complotto a favore dei tedeschi e degli inglesi può sostenere questa tesi con le cifre: nelle ultime tre partite disputate la Germania ha giocato contro squadre di dieci e nove giocatori. L'Argentina, nel girone eliminatorio in dieci (uno espulso), l'Uruguay nei quarti, in nove (due espulsi) e l'URSS in semifinale, in nove (uno ferito severamente, uno espulso)».
A Londra, invece, ci vollero due gol di Bobby Charlton per aver ragione di un Portogallo in forma, che tenne aperta la partita fino all'ultimo grazie a un goal di Eusébio di rigore nel finale. Entrambe le finali si disputarono allo stadio londinese di Wembley.

Finali
Il terzo posto finale del Portogallo, allenato da Otto Glória, rimane tuttora il massimo risultato a livello mondiale conseguito dai lusitani, fatto questo che permise a Eusébio di onorare al meglio il Pallone d'oro vinto l'anno prima grazie ai suoi successi con la maglia del Benfica. Fu la finale che si giocò il giorno dopo davanti a 97.000 spettatori a essere ricordata ancora ai giorni nostri. Agli ordini di sir Alf Ramsey scesero in campo per l'Inghilterra Banks, Cohen, J. Charlton; Moore, Stiles, Wilson; Ball, Hunt, Hurst, R. Charlton, Peters. Il CT tedesco Helmut Schön schierò invece Tilkowski, Höttges, Weber; Schnellinger, Schulz, Beckenbauer; Haller, Emmerich, Held, Overath, Seeler. Da notare come l'Inghilterra chiudesse il torneo nello stesso stadio, Wembley, dove aveva giocato tutte le partite.
Haller segnò quasi subito, dopo 12', ma il vantaggio tedesco durò solo sei minuti, in quanto Hurst pareggiò al 18'. La partita si svolse su un piano di sostanziale equilibrio finché a 12 minuti dalla fine Peters realizzò il gol del 2-1 che sembrava aver chiuso l'incontro. Su una contestata azione a palla ferma, Weber riuscì tuttavia a segnare il 2-2 quando ormai mancava un minuto alla fine. Gli inglesi contestarono un fallo di mano del tedesco, ma Dienst convalidò. Al 101', undici minuti dopo l'inizio dei tempi supplementari, Hurst lasciò partire un tiro che sbatté contro la faccia inferiore della traversa e rimbalzò sulla linea prima di tornare in campo. Le riprese televisive dimostrarono poi in modo inequivocabile che si trattava di un gol inesistente perché la palla aveva battuto sulla linea e non aveva, come richiesto dal regolamento, superato completamente con tutto il suo volume la parte interna della linea di porta[3]. Non sapendo cosa decidere, Dienst chiese il parere del assistente Tofik Bakhramov.
Il commentatore della BBC Kenneth Wolstenholme si premurò di far sapere che il guardalinee sovietico «parlava solo russo e turco»[4] (lo scrittore inglese Jake Arnott, nel suo romanzo E lui ammazza i poliziotti del 2001, ambientato proprio durante i giorni della vittoria inglese ai Mondiali, scriverà, raccontando della telecronaca di Wolstenholme: «pochi popoli, come quello inglese, tengono in così poco conto il bilinguismo»), ragion per cui il dialogo con il direttore di gara poteva avvenire solo a gesti. Una leggenda urbana narra che, conoscendo il suo passato di sergente dell'Armata Rossa durante la guerra, qualche tifoso inglese avesse gridato dagli spalti a Bakhramov «Ricordati di Stalingrado!», riferendosi alla battaglia contro i tedeschi di Hitler. Se anche il fatto fosse vero, è certo che Bakhramov ad ogni modo non avrebbe potuto tenerne conto, non capendo l'inglese; comunque, il sovietico disse di aver visto la palla entrare e Dienst convalidò il gol. Inutili le proteste tedesche e l'assalto finale, che durò per tutto il secondo tempo supplementare: proprio allo scadere Hurst segnò il suo terzo gol personale e il quarto per l'Inghilterra, che vinse 4-2 e si laureò campione del mondo per la prima - e tuttora unica - volta nella sua storia. Geoff Hurst è attualmente l'unico calciatore ad aver segnato tre gol in una finale di un Campionato del mondo.
 
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