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Messico 1970

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Kerzhakov91
view post Posted on 5/6/2010, 23:04 by: Kerzhakov91
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Mitica edizione dei Mondiali, probabilmente se la gioca con quella dell'86 (guarda caso disputata sempre in Messico) per il titolo di miglior World Cup di sempre.

Dal fenomenale Brasile (secondo alcuni la miglior squadra di tutti i tempi) che fu degno vincitore, all'epica partita Italia-Germania Ovest 4-3, senza dimenticare alcune innovazioni che cambiarono la storia del calcio, come le 3 sostituzioni per partita e l'introduzione dei calci di rigore dopo i tempi supplementari.

Senz'altro mostruoso il Brasile: se sia la squadra più forte di tutti i tempi non lo so (probabilmente no: la difesa non era imperforabile ed era comunque un'accozzaglia, rivelatasi seppur vincente, di grandissimi solisti, che sarebbero potuti andare in difficoltà - ma questo non lo sapremo mai - se il torneo si fosse disputato a temperature meno afose e di conseguenza se si sarebbe giocato a ritmi più alti; per la cronaca gli preferisco il Brasile del '58, che ritengo più completo), sicuramente è la più talentuosa. Il C.T. verdeoro riuscì nell'ambizioso progetto di far coesistere tanti fantasisti, giocatori che nella loro squadra di club indossavano tutti la maglia numero 10 e che dovettero sacrificarsi ed adattarsi per poter giocare insieme: mi riferisco allo straordinario centrocampista Gerson (che scelse la maglia numero 8), all'ala sinistra dal mancino al fulmicoteone Rivelino (11), al tecnico centravanti Tostao (9) e naturalmente a Pelé (10, ovviamente), senza dimenticare l'ala destra Jairzinho (7), il giocatore maggiormente prolifico di quella compagine, vice-capocannoniere del Mondiale, che dopo ogni gol si inginocchiava e si metteva a fare il segno della croce. Da segnalare anche il capitano Carlos Alberto, giocatore carismatico e propositivo, nonchè uno dei migliori terzini destri nella storia del calcio. Pur non essendo al livello dei loro compagni, disputarono un gran Mondiale anche il portiere Félix ed il mediano Clodoaldo.

Al secondo posto arrivò l'Italia, che regalò ai propri tifosi tante emozioni dopo un inizio sottotono, a dir poco soporifero (meglio stendere un velo pietoso sulla Fase a Gironi, con 1 gol segnato in 3 incontri e ben due 0-0 consecutivi contro Uruguay ed il non irresistibile Israele). Va detto che allo stesso tempo gli Azzurri non ne subirono neanche uno, almeno fino Quarti, quando andarono sotto contro il Messico padrone di casa. Dopo la grande paura gli uomini di Valcareggi si risvegliarono, le stelle di Rivera e Riva si accesero e l'Italia vinse alla grande in rimonta, per ben 4-1.
La semifinale contro la Germania Ovest è probabilmente la partita più famosa e citata nella storia del calcio; in realtà non fu così eccezionale, i 90' regolamentari furono una noia unica, giocati a ritmi bassissimi ed i supplementari furono ricchi di errori tecnici da ambo le parti; tuttavia, regalarono un'emozione dietro l'altra, dal primo vantaggio degli extra-time firmato Gerd Muller, all'immediato pareggio di Burgnich (uno che in carriera di gol ne segnò ben pochi), dal 3-2 di Riva, al 3-3 del solito bomber tedesco, abile ad insaccare nella zona lasciata scoperta da Rivera, fino al definitivo e celeberrimo 4-3 messo a segno proprio dall'Abatino, con quel rigore in movimento che spiazzò il grande Sepp Maier.
In finale l'Italia si portò in vantaggio con Boninsegna e riuscì a reggere per un tempo, per poi crollare - ormai sfinita - nella ripresa, che fu un monologo carioca.

La Germania Ovest fu dopo il Brasile la squadra che regalò il calcio migliore nel torneo, ogni partita disputata dai teutonici - che stavano costruendo quella nazionale capace di dominare in Europa e nel Mondo negli anni '70 - fu un autentico spettacolo, una fiera del gol, comprese quelle del girone, contro Bulgaria, Marocco e Perù. Protagonista in ogni incontro il capocannoniere del torneo Gerd Muller, il miglior finalizzatore puro di tutti i tempi. Strepitosa la sfida ai Quarti di Finale contro l'Inghilterra, una sorta di ripetizione della finalissima di 4 anni prima, probabilmente la partita realmente più bella di Messico 1970: gli inglesi si portarono sul 2-0 (e, esattamente come a Wembley, andò a segno Peters), ma i tedeschi mai domi seppero reagire ed ai supplementari con il solito Muller ottennero il pass per la semifinale, gara che come detto Beckenbauer (che giocò per gran parte di quel match con una fasciatura alla spalla) persero appunto per 4-3.

Altre squadre che meritano una citazione sono l'Uruguay, che riuscì ad arrivare quarto (perse la finalina per 1-0 contro la Germania Ovest. Decise... uhm... Muller? Ebbene sì, proprio lui ), che aveva il suo uomo migliore nello straordinario estremo difensore di origine polacca Ladislao Mazurkiewicz (famosa la seguente citazione di Pelè: "Ho giocato contro tanti portieri, ma solo lui mi incuteva il timore di sbagliare. Non lo dovevi guardare, perché ti impietriva. Ti restava solo la possibilità di ragionare sui movimenti della sua ombra, perché se volevi vedere le sue intenzioni eri perduto"), il sorprendente Perù trascinato da quel fuoriclasse che rispondeva al nome di Teofilo Cubillas, lo stesso Messico che per la prima volta riuscì finalmente a superare la fase a gironi (in quel periodo i messicani erano un pò presi in giro proprio per questo motivo: si qualificavano sempre ai Mondiali ma erano tra i primi ad uscire, rimediando spesso delle figuracce), il Marocco (seconda nazionale africana a partecipare ad un Mondiale dopo l'Egitto nel 1934) e l'Israele, che solo in quella circostanza riuscì a qualificarsi.

Infine, concludo dedicando un paio di righe alla "mia" URSS, che dopo aver vinto il proprio girone (piuttosto semplice, con Messico, Belgio ed El Salvador), si fermò ai Quarti contro un avversario sì forte ma ampiamente alla portata come l'Uruguay, che riuscì ad avere la meglio a 4' dal termine. Dopo il deludente 0-0 dell'esordio (una partita a mio avviso poco regolare, nel senso che i sovietici si impegnarono poco, sembravano giocare col freno a mano tirato; probabile che avessero "concordato" il pari, che comunque per il Messico era un ottimo risultato), arriva la pesante vittoria per 4-1 contro il Belgio di van Himst, firmata da una doppietta di Byshovets (sì, proprio quel Byshovets lì :asd , ormai diventato il buffone per antonomasia del calcio russo, ma che in passato fu davvero un gran calciatore, un attaccante assai prolifico) e dai gol di Asatiani (georgiano, che mi pare che sia imparentato con l'attuale difensore centrale della Lokomotiv, anche se non ne sono sicurissimo, dovrei andare a verificare) e Khmelnitskiy. Contro El Salvador comodo 2-0, con ancora una doppietta di Byshovets.
Ai Quarti, il sogno di arrivare per il secondo Mondiale consecutivo tra le prime quattro del mondo svanì per l'Unione Sovietica al 117', quando Esparrago siglò il gol che valse l'eliminazione.


PS: quella del '70 è la prima nazionale sovietica a non essere più composta principalmente da calciatori russi. E' la fine di un'epoca: con i vari Yashin, Netto, Voronin, Streltsov, etc ormai ritiratisi o comunque a fine carriera, oltre ai soliti talenti georgiani che andavano a completare la rosa garantendo spesso qualità, si cominciò ad affermare piano piano il blocco ucraino della Dynamo Kiev, che ebbe la meglio su quello russo (nel '70 la squadra più rappresentata era comunque la Dinamo Mosca) in tutto nei due decenni successivi.
 
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2 replies since 5/6/2010, 21:28   78 views
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