| Le follie della Corea del Nord:
Se perdi il gulag o la gogna...
C'è un posto dove gli ex presidenti statunitensi Bush, padre e figlio, non possono mettere piede in questi giorni senza rischiare l'infarto: l'hotel Sheraton di Doha. In questo albergo di lusso, legato all'emiro del Qatar, soggiornano Iran, Iraq e Corea del Nord. C'è anche la nazionale degli Emirati Arabi, ma è solo una colomba. Iran, Iraq e Corea del Nord sono infatti state etichettate dai Bush come le potenze del "male": metterle tutte insieme sembra una provocazione. Tutto regolare, invece: la logistica della Coppa d'Asia prevede che le squadre di un girone siano concentrate nello stesso albergo. Il Giappone di Alberto Zaccheroni alloggia con siriani, sauditi e giordani, all'hotel Imperium, gestito da un italiano di Piacenza, Giorgio Lanfranchi, grande tifoso dell'Inter. Un caffè con Zaccheroni significa versare lo zucchero mentre un gruppo di tifose giapponesi si mette rispettosamente in fila per celebrare il rito della foto con l'allenatore italiano e sorseggiare le prime gocce mentre due giornaliste giordane in chador inseguono per un'intervista fuori programma il c.t. della loro nazionale, l'iracheno Adnan Hamed, il tecnico che perse la finale del terzo posto ai Giochi di Atene 2004 contro l'Italia. Un antiamericano di ferro.
il mistero coreano — Ma l'albergo delle "potenze del male" batte tutti per fascino, e non solo per la sua struttura piramidale che si affaccia sul mare. Iracheni e iraniani hanno dato una lezione di sport e di pace al mondo intero nella partita che faceva tremare tutti. La Corea del Nord rappresenta il Paese più misterioso e per molti versi incomprensibile del pianeta. Vai male al mondiale? Rischi di finire in un gulag, o, se ti va bene, di essere messo alla gogna al centro di Pyongyang, la capitale, in un sommario processo di rieducazione politico-sportiva: è accaduto ai giocatori. Dopo le tre sconfitte in Sudafrica, con l'aggravante dei sette gol incassati con il Portogallo, si erano perse le tracce dell'allenatore, Kim Jong-hum. In un primo momento, sulla scia di false informazioni, era circolata la voce che fosse finito in un lager. Poi, qualche giorno dopo, la parziale rettifica: Kim Jong-hum era stato segnalato in un cantiere edile, a meditare tra calce e martello sulla vergogna arrecata al paese con le tre sconfitte in Sud Africa. Kim Jong-hum è poi tornato sulla panchina che lo aveva lanciato, quella dell'Aprile 25 di Nanpo'o, città costiera. Il club ha vinto dieci titoli e si chiama così non per fare venire le bolle a Silvio Berlusconi, ma semplicemente perché in quel giorno degli anni Quaranta fu fondata l'armata nazionale nordcoreana. Il nuovo tecnico della Corea del Nord è il giovane Tong-Sop Jo, ex assistente di Kim Jong-hum. Tong-Sop Jo si è presentato alla vigilia della gara con gli Emirati attaccando i media occidentali: "Circolano molte falsità sulla Corea del Nord. Venite nel nostro Paese e ve ne accorgerete". C'è un piccolo particolare: in Corea del Nord non si entra se non in casi eccezionali. I nordocoreani, sprecando un rigore con Hong Yong-Jo, attaccante del Rostov in Russia, hanno poi pareggiato 0-0 con gli Emirati: la dignità è salva. Il nuovo c.t. può tornare a casa tranquillo.
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