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Il Topic dei libri

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Bezymyannij
view post Posted on 15/10/2012, 18:18




Finiti tutti e tre i suddetti romanzi di PKD.

"Scorrete lacrime, disse il poliziotto" è il classico romanzo alla Dick: ambientazione futuristica (ma non eccessivamente), tecnologia alienante (un punto a sfavore di Dick rispetto, per esempio, ad Asimov, è che spesso e volentieri si limita a creare neologismi per oggetti presenti nei suoi romanzi, ma senza descriverli dettagliatamente) e società distopiche che di tali tecnologie di servono per controllare la massa. Qui è presente un'altra tematica cara allo scrittore americano: la droga. Ma una droga ben diversa da quella realmente esistente, una droga che ha effetto sul mondo esterno, così come in quello interiore del personaggio che l'assume. Libro scorrevole, di lettura non troppo complessa (a parte il finale, che merita un po' di attenzione in più). Non un capolavoro ma molto godibile e interessante (Voto 7).

"Blade Runner" o "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" è, chiaramente, il libro su cui si è basato Ridley Scott per il suo capolavoro che, dapprima criticato e poi acclamato da Dick, egli non riuscì a vedere a causa della morte che lo colse nello stesso anno in cui uscì al cinema (regalandogli quella notorietà di cui non ha mai goduto in vita). Ed è forse l'unico caso di un film più riuscito del libro da cui prende ispirazione. Di fatto, le similitudini tra le due opere sono ben poche: Deckard qui non è un replicante (o androide), praticamente tutti i personaggi sono ben diversi (alcuni opposti, come J.F. Sebastian, brillante quanto malato ingegnere genetico nel film, che nel libro è J.R. Isidore, costretto a restare sulla Terra a causa del suo cervello deteriorato). Nel film non c'è alcun accenno al "Mercerianesimo", la questione dell'empatia è lasciata in secondo piano, tuttavia sono le motivazioni dei personaggi ciò che differiscono maggiormente, replicanti in primis: se nel film sono spinti da un desiderio di vivere, oltre la propria "data di scadenza", e per questo rintracciano il proprio creatore, nel libro cercano semplicemente di sopravvivere nascondendosi. Il finale (col mitico monologo di Roy Batty) prende una piega piuttosto diversa, senza quell'"epicità" che trasuda il finale del film. Direi che mi ha parzialmente deluso (Voto: 5,5).

"Un oscuro scrutare" è invece abbastanza diverso: la fantascienza passa in secondo piano, per lasciar spazio all'umanità di personaggi vittime della droga, in una vicenda ben più vicina al passato di P.K. Dick, e forse proprio per questo scritta con maggiore passione e partecipazione. Un romanzo molto profondo, in cui discorsi sconclusionati si alternano a visioni metafisiche e citazioni di Goethe, che per certi versi mi ha ricordato la tragedia senza speranze di "Requiem for a Dream". Anch'esso (nel 2006) è diventato un film ad opera di regista Richard Linklater (girato con una tecnica particolare e con protagonista Keanu Reeves...molto riuscito e fedele al romanzo). Un romanzo che trasuda senso di smarrimento in ogni parola, che senza retorica indaga nella mente di un personaggio la cui discesa negli abissi, tutt'altro che volontaria, conduce alla dissoluzione della propria identità e della propria realtà, in un mondo in cui nessuno è quello che sembra (e nessuno è il personaggio che finge , pirandellianamente, di interpretare), fino al suo completo annullamento. Stupendo e decisamente consigliato (Voto: 8,5).

Per la cronaca, ora tocca a "Ubik".

Edited by Bezymyannij - 15/10/2012, 19:46
 
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Bezymyannij
view post Posted on 6/11/2012, 20:37




Se Ubik all'inizio faticava a prendermi più di tanto, la seconda metà del libro è riduttivo definirla fantascienza...davvero bellissimo! Credo che Matrix attinga a piene mani dalle idee di fondo di questo romanzo. Leggetelo (Voto: 8,5).
Intanto finito l'Amleto, ora si passa all'Otello (aspettando che "Il cielo non ha preferenze" di Erich Remarque mi arrivi a casa, finalmente).

Edited by Bezymyannij - 7/11/2012, 11:37
 
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Sputnik192
view post Posted on 8/12/2012, 01:08




Sto in fissa con Fedor, appena mi libero da questi maledetti esami mi chiudo con i suoi capolavori!
 
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Bezymyannij
view post Posted on 17/12/2012, 19:09




Ne è passato di tempo dall'ultimo aggiornamento.

In questo mese ho letto il già citato Il cielo non ha preferenze di Erich Maria Remarque (scrittore noto per il best seller Niente di nuovo sul fronte occidentale). Banalizzando molto, si potrebbe dire che è una storia d'amore. Tuttavia, presto si scopre come l'amore (quello a tratti fanciullesco di Clerfayt, quello disilluso e sconsolato di Lillian) non è che un contorno tra due esistenze senza un futuro: tra chi sogna una vita tranquilla (il pilota Clerfayt) e chi sogna di avere una vita e basta (la tubercolotica Lillian). Vite diverse, persone diverse, destino analogo. La forma romanzo mi è sembrata quasi un pretesto per poter esporre riflessioni sulla vita e sulla morte, sul desiderio e sull'illusione del futuro, sull'incertezza e su un'amore senza speranze.
Un romanzo ricco di fascino e di tristezza. Voto: 9.

Sempre di PKD ho invece letto Le tre stimmate di Palmer Eldritch: come in Ubik, rinchiudere un romanzo simile tra le mura della fantascienza è riduttivo. A tratti molto complesso (forse meriterebbe un'altra lettura), in quanto non ha una struttura narrativa lineare (sono innumerevoli i momenti in cui non ci si può che chiedere se il personaggio di turno vive una o l'altra realtà), Dick arriva a toccare temi filosofico-teologici, il tutto in un contesto surreale, che verte sull'enigmatica e sfuggente figura di Palmer Eldritch, un imprenditore che ha intenzione di fornire una nuova droga (chiamata Chew-Z) ai coloni di Marte, che li faccia vivere in un mondo fuori dal tempo e fuori dallo spazio: se all'inizio i due piani (quello oggettivo e quello soggettivo, ovvero il mondo creato dal Chew-Z) restano distinti, nel prosieguo i confini tra i due mondi diventano sempre più sfumati, testimoniando ancora una volta il talento visionario di Philip K. Dick. "Dio promette la vita eterna" disse Eldritch. "Io posso fare di meglio; posso metterla in commercio." Voto: 8.

Nelle terre estreme, libro di Jon Krakauer (da cui è stato tratto un film, Into the wild diretto da Sean Penn), che narra la vita di Chris McCandless, un giovane americano che morì in Alaska nel 1992. Due anni prima, subito dopo la laurea, McCandless aveva donato in beneficienza tutti suoi averi, per poi cominciare a vivere a stretto contatto con la natura, spesso e volentieri in completo isolamento, al di fuori di una società che detestava. La sua impresa più importante sarebbe dovuta essere sopravvivere in Alaska, cibandosi di quanto offerto dalla natura, per tre mesi: impresa che si rivelerà fatale, e non a causa di sue negligenze. Chi ha desiderato di mollare tutto e vivere alla giornata, lontano dalle preoccupazioni dei miseri mortali, non può evitare di leggere la biografia di questo ragazzo, indubbiamente affascinante nel suo idealismo e nella sua sensibilità. Voto: 7.

Ovviamente non do voti all'Otello (nella mia ignoranza, lo metto comunque un gradino sotto l'Amleto).
 
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Bezymyannij
view post Posted on 28/1/2013, 18:09




Letti Macbeth, Re Lear e Troilo e Cressida...stupendo soprattutto quest'ultimo, tra l'altro un'opera molto moderna.
 
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Bezymyannij
view post Posted on 9/2/2013, 10:07




Sotto il vulcano di Malcolm Lowry: 9,5. Imprescindibile.
 
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Bezymyannij
view post Posted on 25/4/2013, 16:35




Dopo aver letto Per chi suona la campana e Fiesta di Hemingway, La svastica sul sole di PKD, Farhenheit 451 di Bradbury, più opere varie del solito vecchio Bill e scritti di Benedetto Croce e Luigi Einaudi, mi cimento con l'acclamato Opinioni di un clown di Heinrich Böll.
 
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Bezymyannij
view post Posted on 4/5/2013, 15:24




CITAZIONE (Bezymyannij @ 25/4/2013, 17:35) 
Dopo aver letto Per chi suona la campana e Fiesta di Hemingway, La svastica sul sole di PKD, Farhenheit 451 di Bradbury, più opere varie del solito vecchio Bill e scritti di Benedetto Croce e Luigi Einaudi, mi cimento con l'acclamato Opinioni di un clown di Heinrich Böll.

Meraviglioso. Uno dei più bei libri che abbia mai letto.
 
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Bezymyannij
view post Posted on 1/9/2013, 20:16




Finito di leggere Delitto e castigo. Meraviglia.
 
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view post Posted on 1/9/2013, 20:39
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:up: L'ho letto una decina d'anni fa...mi ha stordito!
 
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Bezymyannij
view post Posted on 1/9/2013, 21:24




Come giustamente dice Pasolini, Dostoevskij è stato precursore di Nietzsche, Kafka e Freud, con quest'opera d'arte, ovvero di una bella parte della cultura occidentale degli ultimi 150 anni. Il tormento; l'anelato senso di superiorità come motore del proprio agire, e l'amara consapevolezza della propria normalità, comprendente sentimenti d'amore fino ad allora intesi come disprezzo e odio; l'inevitabile tensione all'autodistruzione in quanto propedeutica all'espiazione e alla salvezza, pur in un'ottica non cristiana; il latente complesso di Edipo del protagonista, persino umiliato dall'amore della madre e della sorella, il cui arrivo a Pietroburgo rende vana la sua opera distruttrice...tutto ciò che agita il sensibile e angosciato mondo interiore di Raskol'nikov precorre la concezione nietzschiana del Superuomo, così come la psicologia freudiana, porgendola al lettore in una forma incredibilmente scorrevole e del tutto incapace di annoiare. Penso che sia il romanzo perfetto.
 
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