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| Beh i tre punti finali sono fondamentali, senza di quelli non si va da nessuna parte. Mi auguro siano sviluppati sul serio: digli che c'è chi segue il calcio russo da oltre 10 anni, come il sottoscritto, e non ha visto praticamente nessuna crescita, da questo punto di vista. Il punto legato alle scuole calcio mi spaventa: il numero dei giovani russi affermatisi nell'ultimo lustro è emblematico, praticamente non è venuto fuori nessuno, tolti giusto Dzagoev e Kokorin.
Chiedigli com'è possibile che i ragazzi che vinsero l'Europeo U-17 del 2006 siano tutti scomparsi dai radar del calcio professionistico: gli unici che militano in RPL (Pomazan, Prudnikov) fanno le riserve, gli altri giocano nelle categorie inferiori (più Seconda Divisione che Prima). Il rischio che i vincitori dell'Europeo U-17 dell'anno scorso facciano la stessa fine è concreto...
Inoltre, un aspetto spesso sottovaluto è quello mentale: bisognerebbe cercare di cambiare la mentalità dei giocatori russi, per fare in modo che non si sentano subito arrivati, che siano più ambiziosi e combattivi, perché mai bisogna accontentarsi nel calcio? Certo, mi rendo conto che questa è una caratteristica verosimilmente insita nel popolo russo (o perlomeno in una gran parte di esso) e che quindi è pressoché impossibile da "modificare". Però insomma, a me piacerebbe vedere dei giocatori che non si abbattano alla prima avversità ma che continuino a lottare, perché è proprio nei momenti di difficoltà, nei quali serve tirare fuori le palle e mostrare la propria personalità, che la nazionale russa e i club russi puntualmente affondano. Da sempre.
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