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Francia 1938

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view post Posted on 23/5/2010, 13:22
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Ed eccoci puntuali come un orologio svizzero alla terza puntata che parlerà della III Coppa Rimet, disputata in Francia nel 1938.
Fu il Mondiale del bis azzurro e della consacrazione di Vittorio Pozzo come l'allenatore più vincente della storia dei mondiali, nonchè della superiorità effettiva di Meazza e compagni dopo le ombre dell'edizione passata, a dimostrazione che quella nazionale (cambiata peraltro parecchio) era davvero fenomenale. Gli azzurri iniziarono il mondiale tra i fischi, in un clima a loro ostile, ma lo terminarono tra gli applausi degli sportivi tifosi francesi, costretti ad ammettere la superiorità italica.



Il campionato mondiale di calcio 1938 o Coppa del mondo Jules Rimet del 1938 è stata la terza edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Si disputò dal 4 giugno al 19 giugno 1938 in Francia. Le città che ospitarono gli incontri furono Antibes, Bordeaux, Le Havre, Lilla, Marsiglia, Parigi (due stadi), Reims, Strasburgo, Tolosa. A Lione era previsto l'ottavo di finale tra Austria e Svezia, non disputata a causa dell'Anschluss.

Gli avvenimenti
Nel 1936, durante i Giochi Olimpici di Berlino, venne affidata alla Francia l'organizzazione del Mondiale del 1938. Fu una scelta che scatenò subito polemiche, a causa del mancato ritorno del torneo in Sud America: l'Argentina che a lungo aveva coltivato l'ambizione di ospitare la terza edizione del campionato, ritirò dalla competizione la nazionale, subito imitata dall'Uruguay. Per la prima volta, la nazionale del paese ospitante e quella Campione uscente (in questo caso, Francia e Italia), vengono ammesse di diritto alla fase finale, alla quale presero parte 13 squadre europee, due sudamericane e, per la prima volta, un'asiatica, le Indie Orientali Olandesi (oggi Indonesia). Le altre tre esordienti furono Cuba, Norvegia e Polonia, la quale diede vita a un avvincente ottavo di finale contro il Brasile.
Gli avvenimenti politici che stavano portando l'Europa verso la seconda guerra mondiale condizionarono inevitabilmente il Mondiale: la forte Austria del Commissario tecnico Hugo Meisl e di Matthias Sindelar (probabilmente, il più grande giocatore austriaco di tutti i tempi), quarta in Italia nel Mondiale del 1934 e medaglia d'argento a Berlino, dovette rinunciare, unita con l'Anschluss alla Germania nazista (che convocò i migliori giocatori austriaci); la Spagna lacerata dalla guerra civile non poté neanche prendere parte alle qualificazioni. All'esordio di Marsiglia, gli azzurri furono duramente contestati dal pubblico francese per il saluto romano.
Vinse, per la seconda volta consecutiva e nonostante un calendario molto difficile, l'Italia di Vittorio Pozzo, che incontrò i problemi più grandi proprio a Marsiglia: servirono i tempi supplementari per avere la meglio sull'esordiente Norvegia.
Nei quarti di finale, l'Italia finì per avere la meglio sui padroni di casa e nella semifinale superò l'ambiziosissimo Brasile, che aveva già prenotato i biglietti aerei per Parigi e aveva lasciato a riposare il suo miglior giocatore, Leônidas, proprio in vista della finale; inamovibili alle suppliche del CT italiano Pozzo, nonostante la sconfitta ad opera di Meazza, i brasiliani non vollero cedere i biglietti aerei agli italiani, costretti dunque a raggiungere Parigi in treno.
L'Italia non lasciò scampo all'Ungheria e ottenne il secondo titolo consecutivo grazie alle doppiette di Silvio Piola e Gino Colaussi.
Nel complesso, la Coppa del Mondo francese, giocata in stadi rimodernati, conobbe un enorme successo di pubblico, e fu grazie ad essa che il mondo ebbe l'ultima opportunità di vedere un ultimo spettacolo di fratellanza internazionale prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939: il conflitto interruppe il corso della manifestazione. L'edizione del 1942, che sarebbe stata assegnata al Brasile o alla Germania, non ebbe mai luogo: il Mondiale sarebbe tornato solamente nel 1950.

Squadre partecipanti:
Belgio
Brasile
Cecoslovacchia
Cuba
Francia
Germania
Indie Orientali Olandesi
Italia
Norvegia
Olanda
Polonia
Romania
Svezia
Svizzera
Ungheria
Ritirata: Austria
 
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view post Posted on 23/5/2010, 13:41
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Dicono tutti che la cosa più difficile dopo aver vinto sia quella di confermarsi; dopo la prima volta che fu una mezza sorpresa - facilitata peraltro dal regime fascista - tutti aspettavano al varco l'Italia, che indiscutibilmente si presentava da favorita a questo mondiale nella patria dell'inventore della Coppa. Nei quattro anni precedenti la formazione di Pozzo aveva perso solo 2 partite, ad Highbury con l'Inghilterra (questa partita meriterebbe un post a parte) e con la Cecoslovacchia ed a dimostrazione della loro forza, Meazza & co. avevano messo in bacheca anche le Olimpiadi del '36. Poche nazionali hanno avuto un decennio di questo livello.

In questa edizione del '38, dove per la prima volta sia il Paese ospitante che quello vincente partecipavano di diritto, spiccano tra le consuete assenze eccellenti quelle dell'Uruguay (ancora per ripicca del '30) della fenomenale Argentina (per protesta per non aver potuto ospitare il Campionato, vista la cancellazione dell'alternanza Europa-America decisa in precedenza) che era in formissima e con campioni come Moreno e Pedernera, stelle del River Plate, che chissà che spettacolo ci avrebbero dato; l' Inghilterra per il solito complesso di superiorità, l'Austria vittima dell'Anschluss tedesco (il grandissimo Sindelar morirà suicida l'anno dopo a 36 anni) e la Spagna scossa dalla guerra civile. Insomma, ancora una volta furono tante (troppe!) le protagoniste mancate.

Mentre di quelle che parteciperanno una curiosità la destano Cuba, che tra la sorpresa generale eliminò al 1° turno la Romania, ma al turno successivo fu sotterrata dalla Svezia per 8-0, e le Indie Olandesi, chiamate all'ultimo momento in sostituzione degli USA; per poter sostenere le spese e prendere parte al torneo ricevettero anche un indennizzo di 350.000 franchi francesi, somma non trascurabile per quei tempi. Non si distinsero particolarmente per il valore calcistico (eliminati per 6-0 dalla sempre temibile Ungheria), ma per il loro portiere Mo Heng, il primo caso di un calciatore che scende in campo con una mascotte sottobraccio.

Le favorite nei pronostici sono:

- Italia: Pozzo ha rinnovato completamente la formazione, dei campioni del Mondo. Una selezione che di certo non spiccava per simpatia agli occhi degli spettatori in quanto specchio di un regime mal sopportato dall'Europa, lo stesso accadeva ai tedeschi. In Francia c'erano anche molti rifugiati politici che non persero occasione per dimostrare la loro disapprovazione al saluto fascista dei nostri giocatori, ma anche loro alla fine cambieranno i fischi in applausi...

-Germania: Era tra le grandi favorite, anche per la presenza nelle sue fila di giocatori austriaci dopo l'annessione, ma invece fu la grande delusione, eliminata al primo turno dalla Svizzera, ovvero dalla nazionale capace di inventare il famoso catenaccio. Alcuni dicono per maretta tra le due fazioni, gli austriaci che volevano giocare con il Metodo di cui erano specialisti ed i tedeschi invece per il Sistema, fatto sta che fecero effettivamente poca strada.

- Ungheria: guidato da dalla coppia Sarosi- Zsengeller, era la classica espressione del calcio danubiano. Qualificatisi a suon di gol (memorabile l'11-1 alla Grecia), si basava su una solida difesa ed un attacco velocissimo e ficcante.

- Brasile: Dopo due partecipazioi ai Mondiali risoltesi in poco più che due comparse, stavolta il club guidato da due stelle come Leonidas e Domingos da Guia si candidano ad una possibile vittoria, e se non avessero trovato sulla loro strada una magnifica Italia, forse l'avrebbero anche ottenuta.



Le stelle di quei mondiali, a parte gli italiani, furono:

- Leonidas: Calciatore per istinto, "sente" la rete come pochi ed infatti il "Diamante Nero" fu il capocannoniere di quel Mondiale con 7 (alcuni dicono 8) gol. Aveva già partecipato anche quatro anni prima segnando il punto nella sconfitta con la Spagna, ma nel frattempo era cresciuto molto. Inventore della cosiddetta "bicicletta" (chiamata così perchè nella partita Vasco de Gama-Botafogo i presenti descrissero quel movimento "come se andasse in bicicletta tra le nuvole") dopo questo mondiale diventò un mito. Unico cruccio la sua assenza nella semifinale con L'Italia che ancora oggi non si capisce se fu un errore dell'allenatore (leggenda vuole che lo volesse far riposare per la finale, tanto pensavano che la partita con gli azzurri fosse una formalità) oppure fosse stato vittima di un piccolo infortunio...
In generale, uno dei più forti giocatori brasiliani di ogni epoca.

- Domingos da Guia: leggendario difendore del Brasile, alto 1,92 (un gigante per l'epoca), nel '37 venne sequestrato e coperto d'oro per giocare in Argentina. Un giocatore con un assoluto senso della posizione che sembra che la palla sia attratta da lui. Nella semifinale ingaggiò una dura battaglia con gli attaccanti azzurri ed un suo fallo su Piola causò il rigore che chiuse la partita.

- Zsengeller: leggenda dell'Ujpest Dozsa, era una mezzala molto veloce e con il vizietto del gol. In questo mondiale segnò in tutte le partite meno che la finale, gol che gli varranno il titolo di vicecannoniere. A fine carriera venne anche in Italia dove giocò nella Roma e nell'Anconitana.

- Sarosi: il vero fuoriclasse dell'Ungheria. Laureato in giurisprudenza, a fine carriera allenerà anche in Italia (in particolare la Juventus di Boniperti e dei danesi). Mezzala coi piedi buoni, anche se la sua versatilità gli consentiva di ricoprire anche altri ruoli (compreso quello di centravanti), aveva tutti requisiti giusti: tecnica raffinata, ottimo possesso della palla e senso del gol.

- Wilimowski: Pochissimi al giorno d'oggi conoscono questo giocatore. E' un vero peccato, perchè era un signor calciatore. Prolifico attaccante, in questo Mondiale giocò una sola partita, ma fu epica. Realizzò una quaterna nella bellissima partita persa dalla sua Polonia con il Brasile per 6-5, e se la sua Polonia fosse passata chissà quali meraviglie ci avrebbe mostrato... Nel proseguo della carriera giocò anche nella nazionale tedesca e si distinse sempre per la quantità di gol.


Le partite da segnalare furono:

Brasile-Polonia (ottavi)
Una delle più belle gare di tutti i Mondiali, 120 minuti da brividi, partita da cardiopalma. Quando l'incontro sembra finito al termine del primo tempo sul 3-1 per i sudamericani nella ripresa i polacchi li raggiungo, altro gol del Brasile e pareggio dei polacchi a 2 minuti dalla fine. Tempi supplementari ed altri 3 gol, per il risultato finale di 6-5, con tripletta di Leonidas e quadripletta di Wilimowski. Memorabile il terzo gol di Leonidas segnato a piedi nudi in un campo ormai trasformato a risaia.

- Italia-Norvegia (ottavi)
L'Italia l'aveva sempre battuta nelle occasioni precedenti e nei pronostici doveva essere una passeggiata, ed il gol iniziale dopo 3 minuti stava li' a dimostrarlo, ma piano piano la Norvegia avanza il suo baricentro e mette gli Azzurri sovente in difficoltà, solo le miracolose parate di Olivieri negano il pareggio agli scandinavi. Pareggio che viene meritatamente ottenuto a 7 minuti dalla fine, e subito dopo la Norvegia ne segna un altro, annullato per fuorigioco, con gli italiani impietriti dalla paura; ma questo bastò a risvegliarli e nei supplementari chiuse finalmente la disputa con un gran gol di Piola il più veloce dei nostri 3 giocatori che si avventarono sulla respinta del portiere norvegese al tiro di Pasinati. Pericolo scampato.

-Italia-Francia (quarti)
Allo stadio "Colombes" il pubblico è tutto contro l'Italia schierata in divisa completamente nera, inizialmente anche quei 1000 esuli italiani che non perdono occasione per far sentire la loro disapprovazione al regime. A fine partita però l'orgoglio di appartenenza prevale sulle motivazioni politiche e si uniscono tutti alla festa azzurra. Tornando alla gara diciamo che superato faticosamente il primo ostacolo gli azzurri affrontano una delle favorite, e nell'occasione Pozzo fa qualche variante, Foni in difesa e soprattutto le ali Biavati e Colaussi al posto di Pasinati e Ferraris II. Con questi nuovi innesti la formazione funziona meglio e riomarrà stabile nel proseguo del torneo. Dopo il primo tempo chiuso in pareggio ma con prevalenza netta italiana, nella ripresa la doppietta di Piola chiude la partita. Davanti ad un pubblico ammutolito la nostra nazionale approda alle semifinali.


Brasile-Cecoslovacchia (quarti)
Più che per il calcio questa partita si segnala per i calci, infatti fu un'autentica rissa, con tre espulsi (due brasiliani ed un ceco) e molti falli. La mezzala Nejedly (capocannoniere quattro anni prima) rimane in campo con un piede fratturato, segna il rigore del pareggio e sviene subito dopo. vVene ricoverato immediatamente in ospedale dove lo raggiunge subito dopo il fortissimo portiere Planicka, anch'egli con una frattura, al braccio. Il mediano Kostalek colpito al fegato resta in campo ma non si muove così come il brasiliano Peracio. La partita, finita da sette cechi ed otto brasiliani quasi tutti ammaccati, finisce in parità e ripetuta due giorni dopo vede la sofferta vittoria dei carioca per 2-1.

-Italia-Brasile (semifinali)
Dopo la convincente vittoria sui padroni di casa della Francia stavolta all'Italia toccano i brasiliani reduci dalla burrascosa partita con la Cecoslovacchia. La partita si svolge a Marsiglia raggiunta dagli Azzurri in treno con i brasiliani alloggiati sul vagone vicino, tanto che si incrociavano spesso durante il viaggio. I sudamericani sono convinti che sarà una formalità ed infatti già si procurano i biglietti per Parigi, dove ci sarà la finale. Non conoscendo per prova diretta la forza degli avversari, l'incontro costituisce un'incognita per gli azzurri che però riescono ad imporre la loro miglior tecnica mentre i brasiliani si dimostrano più giocolieri. Il primo tempo a fasi alterne termina inviolato ma pochi mionuti della ripresa bastano per il vantaggio di Colaussi. Pochi minuti dopo l'arbitro fischia un rigore per fallo di Domingos su Piola, rigore trasformato da Meazza con l'epico episodio legato alla trasformazione di Meazza, che tirò tenendosi i pantaloncini in mano :grin:

- Italia-Ungheria (finale)
Davanti a 50.000 spettatori quasi tutti schierati contro l'Italia tranne gli 8.000 italiani, e che al canonico saluto fascistasommergono gli Azzurri di fischi, la Nazionale, che nei 13 anni precedenti non aveva mai perso con i magiari (l'ultimo loro successo era del '25) raccolse i netti favori del pronostico, anche se la messe dei gol realizzati nei turni precedenti dagli ungheresi qualche apprensione la mettono. Scesi in campo nella formazione che aveva battuto il Brasile e decisi a far valere la nostra superiorità, il risultato non è mai stato in discussione ed anche se loro pareggiano subito il fulmineo vantaggio di Piola, riusciamo a chiudere il primo tempo sul 3-1 fino al 4-2 definitivo con le doppiette di Piola e Colaussi. Memorabile il secondo gol degli azzurri, tutta una fitta serie di passaggi all'interno dell'area ungherese e stoccata finale di Piola. Alla fine anche gli spettatori sono costretti ad applaudire le prodezze dei calciatori italiani tanto la vittoria è meritata e la superiorità schiacciante ed alla consegna della Coppa nelle mani del capitano Meazza da parte del Presidente francese Lebrun, mentre la banda intona la Marcia reale e Giovinezza, tutti si alzano in piedi e battono le mani alla grande squadra italiana che ottiene il secondo titolo consecutivo entrando anch'essa nella leggenda.
 
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view post Posted on 23/5/2010, 13:50
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E' stato il trionfo italiano più meritato (forse l'unico veramente meritato), grande attacco dell'Italia, all'ala destra Biavati inventore del passo doppio, retrocesso al ruolo di mezzala il grande peppin Meazza, punta centrale il leggendario Silvio Piola, probabilmente il miglior centravanti mai avuto dall'Italia, sulla sinistra imperversava il friulano Colaussi e dietro in cabina di regia Ferrari, protetto dal forte oriundo uruguayano Andreolo, naturale erede di Luisito Monti.
Dopo la difficile vittoria sulla Norvegia ai supplementari Meazza disse a Pozzo che avevano giocato male perchè erano due mesi che non vedevano una donna e Pozzo mandò allora tutta la squadra in un bordello :asdrulez: Da lì in poi la squadra non si fermo più, 3-1 netto alla Francia padrona di casa, con l'Italia in nero in onore del fascismo (Italia accolta in tutti gli stadi con fischi ed insulti).
In semifinale si fa fuori l'arrogante Brasile che pensava già di essere in finale, in una partita che non giocò il miglior giocatore del torneo, l'uomo di gomma Leonidas. E' un 2-1 sacrosanto per L'Italia, Piola marcato dal formidabile Domingos da Guia riesce a procurasi un rigore che poi Meazza trasforma tenendosi i pantaloncini con la mano a causa della rottura dell'elastico. Sotto nel punteggio i brasiliani si mettono a palleggiare supponenti anzichè ferire.
La finale è contro L'Ungheria di Sarosi, grandissimo fuoriclasse in grado di giocare sia da centromediano che da centravanti, sara' un monologo italiano con doppiette di Silvio Piola e Gino Colaussi. 4-2 finale con applausi di tutto lo stadio all'Italia per il giuoco espresso.



La formazione campione mondiale:

OLIVIERI: Molti reputano che sia stato il più determinante in questi mondiali, ricordiamoci il drammatico ottavo di finale con la Norvegia nella quale secondo le cronache fece 5 parate decisive. Dotato di ottima scelta di tempo nelle uscite la sua caratteristica era la determinazione nel gettarsi tra i piedi dell'avversario.
FONI: terzino destro della Juventus è stato il naturale erede di Rosetta. Sembrava aver perso il posto a favore di Monzeglio dopo la Norvegia si riprende il ruolo e non lo molla più. Giocatore dall ottima tecnica non "spazzava" la palla ma cercava semrtpe il disimpegno verso un compagno. Successivamente si è fatto onore anche come allenatore.
RAVA: collega di reparto di Foni, sia in club che in nazionale.Esordì giovanissimo in nazionale (20 anni) è stato forse il primo terzino di spinta della storia, velocissimo e forte di testa, grande corridore e abile nell'intercettare palloni a centrocampo.
SERANTONI: Fu l'ultimo escluso dai Mondiali del '34 ma si rifece abbondantemente in questi. Nato come interno ( nelle prime gare in Nazionale giocava al posto di Meazza), poi si trasforma in mediana togliendosi grosse soddisfazioni.
ANDREOLO: di origine uruguaiane, fu soettatore nel 30 della vittoria della squadra di casa. Centromediano del Bologna, in Nazionale fu degno erede di Monti. Classe cristallina, abile nei traversoni e micidiale nelle punizioni.
LOCATELLI: Primo esempio di giocatore duttile, nell'Inter di Meazza gioca mediano destro mentre in nazionale gioca a sinistra. Non era certo uno dai piedi buoni ma in compenso era veloce, intelligente, concreto, affidabile con due polmoni inesauribili.
BIAVATI: Primo calciatore ad usare sistematicamente il doppio passo, era la classica ala destra con licenza di saltare l'avversario e segnare. A questi mondiali sembra destinato in panchina, ma dopo la stentata vittoria con la Norvegia Pozzo gli affida il ruolo di Pasinati. Biavati è l'essenza stessa della destra: veloce, elegante, scattante, fantasiosa e geniale.
MEAZZA: Il capitano, è l'unico sempre schierato in tutte le partite dei 2 mondiali. Quando con il Brasile segna il suo 33° gol in nazionale stabilisce un record che verrà battuto solo 35 anni dopo (Riva), ma non solo dopo Piola (364) è il giocatore italiano che ha segnato più di tutti (338).
PIOLA: E' il bomber italiano per eccellenza. E' stato anche un esempio di longevità atletica avendo giocato l'ultima partita in serie A ad oltre 40 anni. Ha rappresentato a lungo il prototipo del vero centravanti. Tecnico, opportunista, eccezionale in acrobazia e potente grazie al suo fisico. Nella sua lunga carriera ha segnato tanto e vinto poco, di fatto non riuscì mai a vincere uno scudetto. Dotato di capacità atletiche indiscutibili, la sua completezza gli permetteva disegnare in qualunque maniera, piede, testa e..mano!! Una "mano de dios" antelitteram nella partita con l'Inghilterra finita 2-2. Nella sua splendida carriera oltre a quello di non aver mai vinto lo scudetto ci fu la pausa forzata della guerra che sicuramente in campo internazionale gli ha tolto qualche soddisfazione.
FERRARI: E' forse l'azzurro più vincente nella storia del nostro calcio, oltre a quelli in Nazionale ha vinto anche 8 scudetti. Richiamato in nazionale da Pozzo apposta per questi Mondiali proprio perchè formava un'affiatatissima coppia con Meazza.
COLAUSSI: All'anagrafe faceva Colausig, italianizzato poi in Colaussi dal regime. Ala sinistra e colonna storica nella Triestina. Di bassa statura (1,66) ma dotato di gran velocità e tiro micidiale, aveva un buona tecnica ed un buon dribbling. la sua specialità era il tiro in corsa, generalmente fatto con il suo piede buono, il sinistro.
All. POZZO: Quattro anni dopo Roma Pozzo concede il bis confermandosi un ottimo stratega ed un gran conoscitore dei suoi giocatori. L'episodio citato da Epico è emblematico al riguardo. passava tutte le sere a controllare le camere dei giocatori e lasciava una caramella sul comodino. Si dice che volesse sapere tutto dei suoi uomini anche quante amnti avessero!

Note tattiche: se 4 anni prima Pozzo aveva usato il Metodo stavolta con una formazione del tutto rinnovata si preoccupa di coprire meglio una difesa tutta nuova, arretra il baricentro della squadra portando i due mediani vicino alla propria area e costringendo le mezzali ad un gran lavoro di raccordo, poi grandi lanci per le punte al centro delle quali c'era un super come Piola. In pratica nasce il Catenaccio :grin:
Anche se tecnicamente fu inventato dallo svizzero Rappan qualche anno prima e chiamato Verrou, ed infatti la Svizzera in quei mondiali fu schierata proprio così, è la sua cosiddetta evoluzione italiana che poi caratterizzerà molte delle imprese del calcio del BelPaese.
 
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