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Brasile 1950

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view post Posted on 24/5/2010, 21:43
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L'anno dopo il bis azzurro un evento drammatico impedisce all'Italia di dare l'assalto definitivo alla coppa rimet: il primo settembre del 1939 Hitler invade la Polonia ed a partire da quel tragico evento per più di un decennio i Mondiali furono l'ultima preoccupazione sia della fifa che dell'umanità intera.
Solo nel 1950 si potè riprendere regolarmente con la solita cadenza quadriennale, e lo si fece in Sudamerica, in Brasile per la precisione, che sostituì il Cile inizialmente designato che fu cancellato per negligenza.
Oltre che dalla lunga pausa forzata che danneggiò altre nazionali fortissime in quel periodo (anni '40) come l'Argentina e l'Uruguay, sull'Italia si abbattè anche la tragedia di Superga, che privò gli Azzurri di gran parte dei giocatori che avrebbero dovuto partecipare al Mondiale (di fatto 10/11 della formazione titolare erano giocatori granata, guidati da quel fuoriclasse assoluto che risponde al nome di Valentino Mazzola, forse il giocatore italiano più forte di ogni tempo).



Da http://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mo..._di_calcio_1950

Il campionato mondiale di calcio 1950 o Coppa del mondo Jules Rimet del 1950 è stata la quarta edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Si svolse, dopo una lunga pausa dovuta alla Seconda guerra mondiale, in Brasile dal 24 giugno al 16 luglio 1950. Le città ospitanti furono Belo Horizonte, Curitiba, Porto Alegre, Rio de Janeiro e São Paulo.

L'organizzazione

Per la prima volta intitolato al suo creatore Jules Rimet, da 25 anni alla presidenza della FIFA, il trofeo fece ritorno in Sud America. L'Europa era gravemente provata dalle distruzioni provocate dalla seconda guerra mondiale e, durante una conferenza in Lussemburgo, il Brasile si candidò, unico paese, come organizzatore per l'anno 1950. La FIFA accettò quasi subito, esorcizzando così la concreta paura che il torneo potesse cadere nel dimenticatoio.
Germania e Giappone, le due nazioni ritenute le maggiori responsabili della guerra, furono escluse in partenza, così come era successo per l'Olimpiade di Londra del 1948. L'Italia venne invitata: era campione in carica e Ottorino Barassi, presidente della Federcalcio, non solo era anche vicepresidente della FIFA, ma era la persona che si era incaricata della custodia del prezioso trofeo durante gli anni burrascosi della guerra.
Inizialmente gli azzurri tentennarono: il paese era ancora in fase di ricostruzione dopo la fine della guerra: perché i detentori accettassero l'invito probabilmente fu decisiva l'offerta della FIFA, che aveva promesso di pagare alla delegazione azzurra tutte le spese necessarie per la trasferta.

Le qualificazioni

Per la prima volta le quattro federazioni britanniche si iscrissero alla competizione: il tradizionale British home championship degli anni 1949-'50 servì loro da girone di qualificazione. Come riportano gli annali vinse l'Inghilterra. La Scozia classificatasi seconda, avrebbe avuto pari diritto a disputare il torneo, ma gli scozzesi avevano dichiarato preventivamente che avrebbero preso parte al mondiale solo come primi del proprio girone e quindi tennero fede alla propria parola, dando forfait.
Nel complesso i meccanismi delle qualificazioni al mondiale 1950 furono poco chiari: a causa delle precarie condizioni economiche e sociali di molti paesi che ancora portavano le stimmate del conflitto mondiale vi furono numerose defezioni ed esclusioni. Nel tentativo di correre ai ripari assicurando alla competizione il numero minimo di partecipanti, la FIFA finì per ripescare anche squadre precedentemente eliminate. Poco prima dell'inizio del torneo, l'India fu squalificata perché il regolamento impediva di giocare a piedi nudi, come invece richiesto dagli atleti. Oltre alle citate India e Scozia, mancò l'appuntamento anche la Turchia, tanto che alla fine presero parte al torneo solamente in tredici: cinque nazionali sudamericane, due nordamericane e sei europee, il minor numero di sempre al pari con l'edizione del 1930.
Le esclusioni portarono alla formazione di due gironi da quattro squadre, uno da tre e uno addirittura da due, per un totale di 13 formazioni. Le vincitrici dei gironi avrebbero disputato un ulteriore girone finale all'italiana che, caso unico nella storia dei Mondiali, avrebbe assegnato il titolo senza che fosse disputata una finale, anche se l'ultima partita, tra Brasile e Uruguay, si rivelò decisiva.

Il mondiale delle sorprese

L'Italia, inserita nel girone da tre con Svezia e Paraguay perse all'esordio contro gli scandinavi per 3-2, un risultato che la condannò visto che i rivali pareggiarono l'incontro successivo con il Paraguay rendendo inutile la vittoria finale azzurra sui deboli sudamericani. I motivi del crollo italiano sono forse riconducibili ai tanti anni passati da quelli dell'impeccabile Italia di Pozzo e, soprattutto, alla tragedia di Superga, che solo un anno prima aveva privato la squadra di almeno nove undicesimi dei suoi titolari. Soprattutto, lo shock di Superga aveva lasciato pesanti tracce sulla psicologia di tutto il calcio italiano. L'emozione degenerò in psicosi quando la delegazione azzurra si rifiutò di prendere l'aereo per recarsi in Brasile e preferì alla trasvolata oceanica un massacrante viaggio in nave da Napoli a São Paulo, lungo tre settimane. I calciatori arrivarono in Sud America stanchi e poco allenati, visto che i palloni erano finiti tutti in mare dopo pochi giorni.
La più grande sorpresa della fase preliminare arrivò comunque dai maestri dell'Inghilterra che, dopo l'esordio vittorioso contro il Cile, persero incredibilmente contro gli Stati Uniti: un 1-0 a cui molti tifosi inglesi, leggendo i quotidiani l'indomani, non vollero credere, immaginando un errore di stampa, e che in molti ritengono tuttora uno dei momenti più scioccanti della storia dello sport anglosassone. I britannici persero per 1-0 anche contro la Spagna e furono così eliminati al primo turno a vantaggio degli iberici.
Al girone finale presero dunque parte la Svezia, la Spagna, l'Uruguay (che aveva battuto 8-0 la Bolivia nell'unico gironcino a due), e i padroni di casa del Brasile, largamente favoriti. Dopo due giornate, il Brasile conduceva la classifica del girone con 4 punti, frutto di due roboanti vittorie (13 gol fatti e due subiti) contro le due europee. Inseguiva un Uruguay che, nelle prime due partite del girone finale, aveva faticato più del previsto, ma che era ormai l'unico a poter togliere alla squadra ospitante, a cui sarebbe bastato un pareggio, la gioia del primo titolo. Quella che era praticamente una finale venne disputata il 16 luglio 1950 di fronte a un pubblico di oltre 170.000 persone (ma stime non ufficiali parlano di almeno 200.000) allo Stadio Maracanã di Rio de Janeiro.
I padroni di casa passarono in vantaggio con Friaça all'inizio del secondo tempo ma, quando i giochi sembravano fatti, l'Uruguay prima pareggiò con la sua stella, Schiaffino, e poi passò addirittura in vantaggio con Ghiggia, dando vita a quello che in tutto il mondo è ricordato come il Disastro del Maracanã, O Maracanaço. Fu un dramma per tutto il paese; venne proclamato lutto nazionale e molta gente che aveva scommesso tutti i suoi averi sulla vittoria del Brasile finì in rovina o si suicidò.
La nazionale brasiliana abbandonò persino il vecchio colore delle casacche per passare ad una divisa verde e oro che riprendeva i colori della bandiera nazionale. L'Uruguay invece festeggiò la seconda vittoria in due partecipazioni.
 
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Kim Byung-Ji
view post Posted on 24/5/2010, 21:49




Edizione del celeberrimo Disastro del Maracana'.

I dirigenti uruguayani dissero che perdere con pochi gool di scarto sarebbe stato onorevole , ma il leggendario Obdulio Varela si oppose , inizio' il suo lavoro psicologico sui compagni e sugli stessi brasiliani. la partita dell'Uruguay fu impostata sul catenaccio , con la squadra sotto di un gol l'uruguay continuo' a difendersi , la famosa difesa della sconfitta e in contropiede prima Schiaffino e poi Ghiggia gelarono il Maracana' , ma il grande vincitore fu Obdulio Varela , ma scrivere cosa fece Obdulio quel giorno occuperebbe tutto lo spazio dell'eniclopedia treccani e in questo momento non ho tempo.
 
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view post Posted on 24/5/2010, 21:59
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L'edizione piu' drammatica della storia, in Brasile quel giorno ci furono oltre 200 suicidi, anche il difensore brasiliano Augusto tentò il suicidio tcercandodi gettarsi nel fosso del Marcanà appena dopo il fischio finale.


La grande assente fu l'Argentina che non partecipò a causa di uno sciopero, potenzialmente era formidabile, tra le migliori nazionali di tutti i tempi: avrebbe potuto contare su giocatori come Di Stefano, Moreno, Labruna e Pedernera :eeeh:
 
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view post Posted on 24/5/2010, 22:10
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Dopo la pausa forzata dovuta alla tragedia della 2a Guerra Mondiale, la Coppa Rimet approda in Brasile, unico paese che si era candidato ad ospitarla. Anche stavolta furono 13 le squadre partecipanti, dopo il rifiuto di Scozia, Turchia e India (pretendevano di giocare a piedi nudi :ihih: ) anche Francia e Portogallo rifiutarono il ripescaggio e quindi ai nastri di partenza si presentarono in 13. Tredici come nel 1930, ed anche stavolta vinse l'Uruguay, al quale il numero 13 evidentemente portava fortuna. Infine c'è da segnalare la fine dell'isolazionismo degli inglesi che decidono finalmente di confrontarsi con le altre nazionali, ma finiscono per essere inopinatamente sconfitti dagli USA.

Sulla carta le nazionali favorite di questo Mondiale erano proprio l'Inghilterra nella quale militava il più forte giocatore del momento, il baronetto Stanley Matthews, i padroni di casa del Brasile dove il calcio era ormai una religione e tutto sommato anche l'Italia, più per la tradizione che per la reale forza della squadra.

La Nazionale si presenta in Sudamerica accolta da numerosi connazionali immigrati nel tempo che speravano in un altro successo. Chiusa la parentesi della guerra, l'Italia che salpa in nave per il Brasile ha ancora l'etichetta di bi-campione del mondo e proprio per questo viene considerata una della favorite, anche se in realtà i giocatori che sbarcano in Sudamerica (avevano fatto il viaggio in nave, lo choc della tragedia del Grande Torino, che aveva decimato la nazionale azzzurra dei migliori giocatori, era ancora fresca) sono una truppa allo sbando guidata da una commissione tecnica presediuta da Novo della quale fanno parte Berretti, Biancone, ferrero, Sperone e soprattutto l'influente giornalista (!) Bardelli, vera mente tecnica (!!) della spedizione. Troppe teste, ed infatti l' avventura finisce subito, eliminati dalla Svezia, che contrariamente a quanto si credeva era una signora squadra nella quale militivano gente come Jeppson, Nordahl (miglior bomber nella storia del Milan) e Skoglund (fortissimo trequartista dell'Inter).


Tra le varie curiosità di questa edizione:

- E' il primo mondiale nel quale si giocherà con i palloni con la valvola, ormai diffusisi negli anni '40, che avevano il vantaggio di gonfiare la camera d'aria senza scucire il cuoio, ma quando pioveva s'impregnavano di acqua e diventavano pesantissimi.

- E' il mondiali con la media più alta di spettatori (60.773), il suo record verrà battuto solo a USA '94. (68.991)

- Per la prima volta compaiono i numeri sulla schiena dei calciatori, e i numeri corrispondono alle posizioni in campo.

- Dopo la tragedia di Superga ed il terrore di andare in aereo, la nazionale dell'Italia raggiunse il Brasile in nave, con viaggio di due settimane, con i giocatori che si allenavano sul ponte e che dopo pochi giorni tutti i palloni finirono in mare

- Nella partita Jugoslavia-Svizzera l'arbitro italiano Galeati ritarda l'inizio dell'incontro perchè parecchi spettatori si erano accomodati con le sedie in prossimità delle righe laterali del campo e, cosa ben più grave, mancavano del tutto le bandierine del calcio d'angolo.

....e poi il MARACANA': Non si può parlare di Brasile '50 senza nominare questo Monumento sacro del calcio, che viene costruito apposta per quest'evento. Costruito in 1 anno, 10 mesi e 6 giorni, è lo stadio con la maggior capienza del mondo, ufficialmente 150.000 ma fonti non ufficiali dicono anche 200.000, e tanti ce ne saranno nel giorno della finale (molti entrati senza pagare il biglietto).


Tra i vari personaggi mitici di questo Mondiale ci furono:

- Lo jugoslavo Beara, che da ballerino si trasforma in portiere ed infatti i suoi interventi mantengono una grazia artistica. Non è una cima ed infatti l'aneddoto riguarda una lettera alla madre nella quale scrive: "scrivo lentamente perchè so che sei anziana e non riesci a leggere velocemente!?!?"

- Barbosa, portiere del Brasile, giudicato ingiustamente l'unico responsabile di quella disfatta, non se ne libererà più. Anche a distanza di anni sarà sempre ignorato, a tal riguardo è famoso l'episodio di quando nel 1994 voleva assistere all'allenamento dei brasiliani e dopo un breve consulto gli fu rifiutato il permesso.
Narra la leggenda che Barbosa era solito mettere nella rete una bambolina come suo portafortuna , il tiro decisivo di Ghiggia colpì letteralmente la bambolina facendola volare via.u rifutato il permesso.


- Zizinho, che nella partita Brasile-Jugoslavia, dopo che gli fu annullato ingiustamente un gol, prese la palla, entrò in aria nello stesso punto, evitò lo stesso difensore e calciò nello stesso modo segnando lo stesso gol. Stavolta l'arbitro convaliderà.
Zizinho è stato peraltro l'idolo incontrastato di un certo Pelé.

- Carbajal, portiere messicano, sarà il primo a disputare 5 mondiali (50-54-58-62-66). Bebutta con il Brasile, becca 4 pappine ed è l'unico a non piangere. Ad un compagno che gli chiede il perchè lui risponderà: "Non siamo della stessa squadra, tu hai la maglia verde io nera!" :grin:

- Ademir, è il capocannoniere di questo mondiale con 9 reti. Attaccante velenosissimo, dotato di uno scatto bruciante, era imbattibile in velocità del mondiale. Molti lo considerano il primo interprete del calcio-samba per l' inimitabile eleganza del suo passo.
Secondo i critici, il figlio di Piendibene ed il padre di Hidegkuti: «punta de lanza», centravanti arretrato insomma.

 
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view post Posted on 24/5/2010, 22:42
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Partite celebri:

INGHILTERRA-USA
Dopo aver sconfitto il Cile nella prima partita del girone i "maestri" britannici decidono affrontano i "cugini" degli USA per una partita che dovrebbe essere una formalità, infatti gli inglesi fanno riposare il baronetto Matthews per averlo fresco nel girone finale (vi ricorda qualcosa questo?). Sembra tutto scritto e i bookmaker non quotano nemmeno la vittoria dell?inghilterra. L'incredibile avvenne al 39' del 1° primo quando un certo Gaetjens (alcuni testi riportano E. Souza) riesce a battere il portiere inglese, che nel frattempo correndo all'indietro per rientrare nei pali era caduto nella schiena. Questo Gaetjens era un ex lavapiatti di origine haitiane, e purtroppo di lui si perderanno le tracce nel 1964 quando verrà arrestato dalla polizia haitiana per l'attivismo politico della sua famiglia. Tornando alla partita, dopo lo svantaggio gli inglesi si buttano all'attacco rischiando anche qualcosa in contropiede, ma il portiere Borghi compie parate decisive compreso un rigore di Mortensen concesso dall'arbitro italiano Dattilo. La partita si conclude su un salvataggio di Williams che evita il raddoppio della formazione statunitense, e tra il delirio di un pubblico che non credeva ai propri occhi, avvenne quello che nessuno si aspettava, ma non fu l'unico episodio (la finale!). Gli inglesi, demoralizzati, dopo aver perso anche con la Spagna mestamente ritornarono in patria.
Il pallone di quella partita verrà inviato a New York e sarà custodito, insieme alla maglia del goleador, nella sala della Federazione Statunitense di Soccer.

URUGUAY-BRASILE (finale)
Quella che viene universalmente ritenuta la finale del torneo in realtà è l'ultima partita del girone finale, unico caso dei Mondiali in cui ci si disputerà il titolo in questo modo. Con le altre due squadre del girone, Spagna e Sveza ormai tagliate fuori, Brasile e Uruguay si giocano il titolo. Ai brasiliani basta un pareggio perchè hanno un punto di vantaggio. Doveva essere la grande festa del calcio brasiliano, l'apoteosi, ed invece si trasformerà nella peggior tragedia. Il brasile si presenta in campo forte del miglior attacco guidato dalla stella Ademir, ma soprattutto spinto dai 200.000 del Maracanà. Dopo un primo tempo dove l'iniziativa è del Brasile ma con poche occasioni da rete è all'inizio della ripresa che i cariocas passano in vantaggio con Friaca, servito appunto da Ademir che tre minuti dopo sfiorerà il 2-0. Già i giornali brasiliani anticipano i titoli di "Brasile campione" ma arriva la doccia fredda: pareggio di testa di Schiaffino. la Coppa è ancora del Brasile ma il dramma è dietro l'angolo. A 11 minuti dalla fine Ghiggia supera Rigode e batte Barbosa sul palo più vicino. il Brasile è troppo stordito per reagire e la partita finisce nel silenzio di uno stadio trasformato in una cattedrale. L'improbabile, l'impossibile è avvenuto. nel vocabolario brasiliano entrerà il neologismo di "Maracanazo" che da quel giorno sarà il sinonimo di fallimento.

Molti non sopporteranno il dolore e si toglieranno la vita, c'è da dire che parecchi avevano scommesso tutto quello che avevano sulla vittoria del Brasile. nei pronostici la nazionale verdeoro non poteva prorpio perdere questa partita. Prima dell''incontro il Governatore di Rio aveva detto "Cinquanta milioni di brasiliani attendono la vostra vittoria"...A gara chiusa la folla in un impressionante silenzio assiste alla consegna agli uruguagi della Coppa da parte di Rimet (le autorità erano tutte impietrite..), non fu suonato neppure l'inno uruguaiano. la grande tragedia dello sport brasiliano era completa.



La nazionale campione del mondo:

URUGUAY: tanto per dirne una nel 2000 per il centenario della Federcalcio uruguaiana hanno voluto fare la Nazionale ideale e ben 9 giocatori erano di questa formazione! In quel mondiale era l'unica nazionale che ancora usava il Metodo quando tutte le altre formazioni ormai si erano convertite al Sistema. A differenza dei brasiliani che incarnano lo spirito offensivo, per loro il motto è "primo non prenderle". Ma avevano qualità da vendere e potevano contare su almeno tre fuoriclasse epocali.

I giocatori più rappresentativi di questa squadra sono:

- VARELA, centromediano all'occorrenza anche stopper, comandava tutto il reparto difensivo. Era l'uomo al quale il tecnico Lopez aveva consegnato le chiavi della formazione , infatti vuoi per l'esperienza (era il giocatore più anziano della spedizione) o per il carattere ma era la vera anima di quella Nazionale. Quando l'arbitro lanciò in aria la moneta il capitano l'acchiappò al volo dicendo:"Signor arbitro, dia ai brasiliani la consolazione di scegliere, noi saremo i campioni del mondo". Nell'intervallo attaccò al muro Schiaffino, colpevole di non credere alla vittoria, e dopo il gol di Friaca impiegò pochissimo a riportare il pallone a centrocampo e suonare la carica ai compagni.

- Altro gioiello è SCHIAFFINO, forse il più forte giocatore dell'epoca. Era il perno della manovra di tutta la formazione, è lui con la sua visione di gioco ed i suoi lanci perfetti a consentire un efficacissimo contropiede. giostrava da interno sinistro legando fisicamente la difesa all'attacco con puntualità, precisione ed acutezza tattica straordinaria. I suoi punti di forza sono la tecnica, la velocità, la visione di gioco e la precisione del tiro. Pur non essendo potente si avvaleva di una agilità e compostezza di passo da rendergli possibile finta e dribbling senza mai scomporsi. Se proprio si vuol trovare una pecca è quella del fatto che non eccedeva come goleador. Dopo quellapartita diventerà per tutti "el dios de futbol" e sarà una leggenda anche in Italia, nel Milan.

- A destra c'era GHIGGIA, detto El Ghito, era il terrore dei difensori: scatto, dribbling e gran tiro, non c'è niente di peggio per togliere il sonno ai deifensori avversari.. Primo giocatore a segnare in tutte le gare del Mondiale (dopo di lui c'è riuscito solo Jairzinho nel '70). Curiosità volle che in occasione del suo gol, la palla vada a sbatterer contro la bambolina portafortuna che Barbosa ha sistemato dietro la porta.Oriundo sospetto, giocherà con scarsa fortuna per l'Italia.

Per la cronaca in quella formazione giocava un certo Andrade, nipote di quella "meraviglia nera" che fu mondiale venti anni prima.
 
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