Calcio Russo Forum

Cile 1962

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/5/2010, 11:47
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Moderatore Globale
Posts:
10,123

Status:


Avvenimenti

A Lisbona, nel 1956, la FIFA decise di riportare, dodici anni dopo i campionati del 1950, il Mondiale del 1962 in Sud America, e precisamente nel "povero" Cile. Grande fu lo scalpore: in primo luogo dell'Argentina, che era la favorita ad ospitare una manifestazione a cui ambiva da tempo, e poi dei paesi europei, compresa l'Italia: fecero sensazione, in Cile, gli articoli di molti giornalisti del Bel Paese che si chiedevano come un paese sottosviluppato come quello potesse pensare di ospitare una manifestazione tanto importante. La verità stava nel fatto che, dietro alla decisione della Federazione, c'era stato l'appoggio decisivo del Brasile, che non avrebbe visto di buon occhio la partecipazione ad un Mondiale argentino. A peggiorare la situazione già critica del sottile lembo di terra sudamericano contribuì anche il Grande Terremoto Cileno del 22 maggio 1960, il sisma più forte del XX Secolo che, d'altra parte, mobilitò l'orgoglio nazionale: alla fine, il Mondiale non incontrò alcun problema organizzativo. Rimase però un torneo fortemente condizionato dal comportamento non esemplare degli arbitri.
Si giocò in sole quattro città. A Santiago sbarcarono sei nazioni americane e dieci europee; due gli esordi, quelli della Bulgaria e della Colombia. Fuori la Francia, la Scozia e la Svezia, seconda nel 1958 e beffata dalla Svizzera. L'Italia, quattro anni dopo la tremenda disfatta di Belfast, riuscì a qualificarsi alla fase finale vincendo i due non gravosi impegni contro Israele (4-2 a Ramat Gan e 6-0 a Torino). Sebbene la critica fosse speranzosa, gli azzurri, guidati da Mazza e Ferrari, vennero inseriti in un girone piuttosto duro, con Germania Ovest, Svizzera e i padroni di casa del Cile.
In quella che rimase nella storia come la Battaglia di Santiago, i sudamericani vendicarono quanto scritto dai giornalisti italiani in una delle partite più violente mai giocate. Con due espulsi e un infortunato grave mantenuto in gioco (Humberto Maschio, che giocò col naso fratturato da un intervento durissimo), gli italiani resistettero contro l'undici sudamericano fino al 74', per poi capitolare di fronte alla scorrettezza del gioco cileno.
Il Cile arrivò in semifinale e si arrese solamente di fronte al Brasile che, pur non potendo disporre di Pelé, infortunato, vinse il suo secondo mondiale consecutivo grazie a Garrincha. I verde-oro sconfissero in finale la sorprendente Cecoslovacchia.

Composizione dei gironi e discriminanti

Rinfrancati da una formula di qualificazione progettata apposta per portare in Cile 10 squadre europee e 6 sudamericane, anche se il "giochetto" non riuscì appieno a causa del Paraguay inopinatamente eliminato in uno spareggio interconfederazione dal Messico, gli organizzatori cercarono anche nella predisposizione dei gironi della prima fase di ridurre al minimo i costi e massimizzare i profitti.
La formula ricalcava quella dell'edizione precedente (Svezia 1958) ma in caso di parità di punti non si fece più ricorso allo spareggio bensì al quoziente reti (prima ed unica volta nella storia delle fasi finali). Discriminante che fu usato due volte: nel gruppo 4, dove l'Inghilterra prevalse sull'Argentina, e nel gruppo 3, in tono assai minore però, dove il Messico prevalse sulla Spagna, ma entrambe le squadre erano state eliminate.
Il sorteggio dei gironi della prima fase era, come d'abitudine, pilotato coll'adozione di sole 3 fasce, e non delle "logiche" 4 da 4 squadre l'una.
Fascia 1: Argentina, Brasile, Cile, Uruguay. Vi erano comprese le (4 migliori) federazioni sudamericane.
Fascia 2: Cecoslovacchia, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Jugoslavia, Spagna, Ungheria, URSS. Vi erano comprese le (8 migliori) federazioni europee.
Fascia 3: Bulgaria, Colombia, Messico, Svizzera. Fascia residuale, composta dalle partecipanti presumibilmente più deboli, ovvero dall'unica federazione non europea e sudamericana (Messico), dalle due esordienti assolute alla fase finale (Bulgaria e Colombia) e dalla Svizzera (ritenuta, a torto o a ragione, la più debole delle 9 europee presenti non esordienti).
Il sorteggio prevedeva che ogni girone fosse composto da una squadra della fascia 1 e 3 e da due della fascia 2 (composta dal doppio delle squadre).
Analizziamo ora il "comportamento" tenuto nella prima fase dalle singole fasce, in ordine di punti e qualificate ai quarti (fra parentesi la federazione col migliore risultato; per la fascia due ricordarsi che essa era composta da 8 formazioni).
Fascia 1: 14 punti e 2 qualificate (Brasile)
Fascia 2: 30 punti e 6 qualificate (Ungheria e Germania Ovest)
Fascia 3: 4 punti e 0 qualificate (Messico)
Da notare che Brasile, Cecoslovacchia e Iugoslavia, rispettivamente prima, seconda e quarta nella classifica finale, avrebbero potuto tranquillamente essere sorteggiate nello stesso girone della prima fase.

Su http://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mo..._di_calcio_1962 ci sono anche i tabellini...
 
Web  Top
view post Posted on 30/5/2010, 12:04
Avatar

Image Hosted by ImageShack.us

Group:
Moderatore Globale
Posts:
10,123

Status:


Battaglia di Santiago
Il Cile fu scelto come sede dei Mondiali di calcio del 1962 nonostante diverse carenze nelle infrastrutture, acutizzatesi dopo la tragedia del Gran terremoto del Cile del 1960. Per queste ragioni, l'organizzazione del torneo seguì un copione decisamente austero se comparato a quello seguito per le due precedenti edizioni del mondiale, in Svizzera e Svezia. L'Italia era stata contraria sin dall'inizio alla candidatura del Cile per i Mondiali.
Il sorteggio aveva assegnato al Gruppo 2 la squadra di casa, il Cile, insieme all'Italia, alla Svizzera e alla Germania Ovest. In Cile fu visto come un sorteggio sfortunato dato che la squadra locale doveva affrontare tre squadre europee importanti, due delle quali erano già state campioni del mondo. A tutto questo si sommava il fatto che la nazionale cilena non conseguiva risultati importanti fin dalla Coppa del mondo del 1930.
Poco prima dell'inizio dei Mondiali, con i rapporti tra Italia e Cile sino ad allora buoni, due inviati italiani, Antonio Ghirelli del Corsera e Corrado Pizzinelli de Il Resto del Carlino-La Nazione, scrissero parole molto dure nei confronti del Cile. Un articolo apparso sul quotidiano Il Resto del Carlino, che parlava della situazione precaria di Santiago del Cile di quelli anni dopo il terremoto, portava come titolo: "Santiago, i confini del mondo: l'infinita tristezza della capitale cilena".
Nell'articolo Santiago viene definita come "...il simbolo triste di uno dei paesi sottosviluppati del mondo e afflitto da tutti i mali possibili: denutrizione, prostituzione, analfabetismo, alcolismo, miseria... Sotto questi aspetti il Cile è terribile e Santiago ne è la sua espressione più dolente, tanto dolente che perde in sé le sue caratteristiche di città anonima...Interi quartieri della città praticano la prostituzione all'aria aperta..." Un altro articolo a firma di Pizzinelli, pubblicato questa volta sul quotidiano La Nazione di Firenze, conteneva un passo che diceva: "...il Cile sul piano del sottosviluppo deve essere messo alla pari di tanti paesi dell'Asia e dell'Africa... Gli abitanti di quei continenti sono dei non progrediti, questi sono dei regrediti."
Gli articoli provocarono un clima di indignazione nell'ambito dei mezzi di comunicazione cileni. Il giornale cileno Ultima hora invocò l'espulsione dei due giornalisti, e un giornalista argentino, scambiato per italiano, venne picchiato in un locale notturno.
Un altro motivo di rivalità era l'uso, comune per l'Italia, di oriundi, giocatori sudamericani naturalizzati italiani che giocavano con la nazionale. Quest'abitudine non era ben vista in Cile, e il fatto che nell'Italia giocassero due oriundi argentini (Omar Sivori e Humberto Maschio), data l'accesa rivalità tra nazioni sudamericane.
L'articolo del Resto del Carlino fu riprodotto dal quotidiano El Mercurio qualche giorno prima della partita incriminata, mentre El Clarín intitolò "Guerra mondiale", inasprendo la già incandescente atmosfera di acredine nei confronti degli italiani. In risposta poi agli articoli citati, in un editoriale della Revista Estadio venne scritto "Anche noi abbiamo visto la povertà nel sud Italia, però preferiamo parlare delle meraviglie di Venezia e Firenze."

Nelle rispettive partite d'esordio nel mondiale, il Cile riuscì a battere la Svizzera 3-1, mentre Italia e Germania Ovest pareggiarono 0-0.
La partita tra Cile e Italia di conseguenza era molto importante, soprattutto per la nazionale azzurra che doveva recuperare punti.
Ciò indusse la Commissione Tecnica italiana a sostituire ben sei giocatori su undici, rispetto alla formazione schierata nella prima partita: il portiere Lorenzo Buffon, i difensori Giacomo Losi, Cesare Maldini e Gigi Radice, e gli attaccanti Gianni Rivera e Omar Sivori, furono sostituiti da Carlo Mattrel, Mario David, Paride Tumburus, Francesco Janich, Bruno Mora e Humberto Maschio. David e Maschio sarebbero poi diventati due dei principali protagonisti della "battaglia" .
L'arbitro designato per l'incontro fu l'inglese Ken Aston. Nonostante Aston fosse uno degli arbitri più celebri e abili dell'epoca, il suo arbitraggio in questa partita venne in seguito ricordato soprattutto per gli errori e le sviste che condizionarono il risultato e contribuirono alla fama negativa dell'incontro.
Coscienti che la partita sarebbe stata dura a causa della tensione causata dai media, i giocatori italiani entrarono in campo lanciando mazzi di garofani bianchi ai 66.000 spettatori presenti allo Stadio Nazionale di Santiago. Per tutta risposta, il pubblicò cileno offrì in cambio un'assordante bordata di fischi.
Immediatamente dopo il calcio d'inizio iniziarono i colpi proibiti: il primo fallo venne infatti fischiato dopo soli dodici secondi di gioco.
Al 7° minuto, un fallo di reazione dell'azzurro Giorgio Ferrini, per un intervento da tergo del cileno Honorino Landa provocò la prima espulsione. Durante la discussione che ne seguì, l'azzurro Humberto Maschio, oriundo, fu colpito con un pugno dal giocatore cileno Leonel Sanchez; Aston, voltato, ed ancora impegnato a discutere con Ferrini, non si accorse di nulla. L'italo-argentino cadde a terra con il naso fratturato, e rimase in campo completamente stordito, in quanto le sostituzioni non erano ancora ammesse.
Nel frattempo, la reticenza di Ferrini a lasciare il terreno di gioco, rese necessario l'intervento dei Carabineros de Chile, la forza di polizia cilena. La partita proseguì in maniera molto frammentaria, con falli frequenti che davano ogni volta adito a proteste e discussioni tra giocatori e direttore di gara.
Al 38° di gioco vi fu lo scontro peggiore della partita: Leonel Sánchez, che avanzava sulla fascia sinistra, finì a terra su un regolare contrasto di Mario David, come dimostrato dal fatto che il guardalinee messicano Fernando Buergo, distante poco più di un metro, non segnalò alcun fallo, lasciando proseguire il gioco. Mentre il cileno era a terra, David rientrò sulla palla e, sullo slancio, toccò nuovamente l'avversario, provocando solo allora lo sbandieramento del guardalinee e la furia dello stesso Sánchez.
Il cileno (figlio dell'ex campione di pugilato Juan Sánchez) si rialzò repentinamente e sferrò un pugno al volto di David, senza ricevere alcuna sanzione da parte dell'arbitro che fischiò una punizione a favore del Cile.
Pochi minuti dopo David entrò nuovamente su Sánchez, con un calcio volante in gioco pericoloso, colpendo il cileno alla spalla: in questo caso Ken Aston vide lo scontro e cacciò senza appello il giocatore italiano. La polizia dovette intervenire altre tre volte durante la partita.
L'Italia, in nove contro undici, e con Maschio infortunato, difese lo 0-0 sino a 17 minuti dal termine, ma, infine, non riuscì a evitare la sconfitta. Cile-Italia finì 2-0 (74° Ramírez, 88° Toro).
Nelle partite successive il Cile fu sconfitto 2-0 dalla Germania Ovest, e l'Italia batté la Svizzera 3-0 ma venne eliminata per via del risultato negativo nella partita di Santiago.

Effetti successivi
La partita fu da subito considerata come una delle più violente nella storia del calcio. Il commentatore inglese David Coleman presentando la telecronaca registrata della partita in Gran Bretagna, disse testualmente: "Buon pomeriggio. L'incontro a cui state per assistere è l'esibizione di calcio più stupida, spaventosa, sgradevole e vergognosa, possibilmente, nella storia di questo sport.".La telecronaca era registrata perché, non esistendo ancora i satelliti televisivi, il filmato doveva essere trasportato per via aerea.
L'arbitro inglese Aston fu criticato da tutta l'opinione pubblica internazionale per gli errori e le mancanze durante l'incontro. Anche Aston riconobbe, a posteriori, la propria brutta prestazione durante l'incontro, ma si scusò dicendo: "Non stavo arbitrando una partita di calcio, stavo recitando come giudice in un conflitto militare." Inoltre assicurò che avrebbe voluto sospendere l'incontro, ma ebbe il timore che potesse esplodere un'insurrezione popolare.
In generale i giornali italiani criticarono l'arbitro e i cileni, sorvolando sui falli dei giocatori italiani. Un quotidiano italiano titolò "L'Italia perde contro Aston" accusando lo stesso arbitro di essere stato "ostile, provocatore e incompetente". A Milano la polizia dovette sorvegliare il consolato cileno per vari giorni.
Dopo questo campionato del mondo, il giocatore cileno Leonel Sánchez disputò una partita a Milano contro il Milan, dove militava Mario David, lo stesso con cui fece a pugni sul campo di Santiago. In tale occasione i due si strinsero la mano e, di fronte alla stampa, si dichiararono "grandi amici".
 
Web  Top
Kim Byung-Ji
view post Posted on 30/5/2010, 12:37




Forse il peggior Mondiale di sempre , in campo caratterizzato da giuoco estremamente violento , campi disastrati , arbitraggi estremamente scadenti ,reti delle porte bucate e cani che vagavano per il campo durante ben 3 partite.

tecnicamente nulla di nuovo , infortunatosi la stella Pele' nella seconda partita il migliore fu ancora Garrincha che trascino' il Brasile alla vittoria , tra l'altro espulso in semifinale fu graziato e gli si fece giocare la finale.
Nel complesso Brasile copia sbiadita di quello di 4 anni prima.

Peccato per la Spagna eliminata da errori aribitrali nel girone dal Brasile e dalla Cecoslovacchia , aveva nella sua rosa Di Stefano che pero' infortunato non scese mai in campo.

Positive le prove di Jugoslavia del talento Sekularac e Della seconda classificata Cecoslovacchia del futuro pallone D'oro Josef Masopust.
 
Top
view post Posted on 30/5/2010, 13:03
Avatar



Group:
Amministratore
Posts:
33,541
Location:
San Pietroburgo (Russia)

Status:


Ancora oggi ci si chiede il perchè nel '62 la coppa Rimet si disputò nel lontano Cile. E forse ha raione chi dice che portando la manifestazione nel "paese più lungo del mondo" si era voluta aiutare una nazione colpita poco prima da un pauroso sisma. I favori del pronostico sono tutti per i campioni uscenti del Brasile, non intravedendosi nessuna formazione che potesse ostacolarla. ed infatti la nazionale verde-oro si riconferma in quello che è stato uno dei Mondiali meno riusciti sia sul piano tecnico che spettacolare. Doveva essere il Mondiale delle stelle (Pelè, Di Stefano, Puskas, Suarez, Sivori, Altafini, Rivera, Sekularac, Albert, Jascin, Voronin, Masopust, Greaves, Moore, Chrlton, Rocha, Cubilla etc.) ed invece l'avvio aveva già cancellato molte illusion. Gioco violento come mai in passato, una lunga serie di gravi invidenti ddi gioco, arbitraggi sospetti e risse in campo, eliminazioni precoci di squadre molto attese come Italia e Spagna.
Uno dei più grandi giocatori di tutti it empi, Di Stefano, a causa di un incidente perdeva l'occasione, l'ultima di una straordinaria carriera, di figurare almeno una volta in Coppad el Mondo. L'attrazione principale, pelè, subito fuori causa.

Per quanto riguarda l'Italia diciamo che non è mai esistita una spedizione organizzata peggio come questa. Funzionò tutto male, dalla gestione della squadra (i due CT prendevano ordini dai giornalisti...) al "contributo" della stampa. Squadra sbilanciata, disorganizzata, inespert, senza anima nè guida. Quasi inevitabile che finisca con l'immediata eliminazione. lo scandaloso arbitraggio nel match contro il Cile ci condanna oltre i nostri demeriti. Emblematico il fatto che nel ritiro premondiale l'allenatore Ferrari (bimondiale) mandava tutti gli azzurri a letto alle 22.00 e poi se ne andava a casa; chiaro che dopo 5 minuti c'era già chi giocava a carte con tutto il contorno di alcol e sigarette. Sulla nostra partita con il Cile avete già scritto abbondantemente voi quindi non mi ci dilungo altro.


CURIOSITA:
- la Spagna è chiamata"la squadra delle nazioni Unite" perchè vi figurano 4 nazionalità: Puskas (ungherese), Di Stefano (argentino), Santamaria (uruguaiano) e Martinez (paraguaiano)
- Il cecosslovacco Masek, in Messico-Cecoslovacchia segnerà quello che è il più veloce gol del Mondiale, 16 secondi.
- e' il Mondiale degli infortuni, a prescindere da quello di Pelè, al quarto giorno sono già 50!
- La semifinale Cecoslovacchia-Jugoslavia si gioca praticamente davanti a spalti deserti in contemporanea c'era Cile-Brasiel ed era pure rtrasmessa dalla TV!

PARTITE IMPORTANTI:

BRASILE-CECOSLOVACCHIA (finale) La partita non ha molta storia, grazie anche alle papere del poritere ceo Schrojf, fino ad allora uno dei punti di forza . Vantaggio ceco pareggiato subito da Amarildo e poi il Brasile si impone anche grazie alla complicità di Schrojf, fino ad allora perfetto, tanto che l'allenatore disse: "Mi avessero detto che avrei perduto la finale col Brasile a causa di due errori incredibili del mio uomo migliore, non ci avrei creduto". Questa partita si caratterizza anche per l'episodio che avete già citato di Garrincha, espulso nella semifinale con il Cile, ma non viene squalificato e potrà giocare anche se il suo apporto non sarà molto influente.

GIOCATORI:
- Masopust: centrocampista mancino della Cecoslovacchia. Figlio di un minatore, rischia di passare tuta la sua vita sotto suolo, ma la sua bravura con il pallone lo porteranno in nazionale fino al pallone d'oro di quell'anno. Quando si parla di lanci lunghi si fa spesso riferimento a "come faceva Masopust". ma quelli non erano la sua unica specialità. Fu un sapiente regista, stando dietro godeva di un vasto raggio di azione che gli permetteva di lanciare a rete i compagni meglio smarcati appunto con lanci lunghissimi. si spingeva spesso in avanti per sfruttare il suo potente tiro, sua la rete della finalissima.
- Di Stefano: argentino, naturalizzato spagnolo si infortuna subito prima el torneo e addio al Mondiale. Non riuscirà a dipsutarne neanche uno!
- Bobby Charlton: altro figlio di minatore, sopravvissuto all'incidente aereo del '58, gioca, fa segnare e segna.
- Amarildo: subentrato a Pelè infortunato. Dotato di tanrta classe e grinta ma anche di un brutto carattere che gli costerà parecchi espulsioni. Celebre il commento di Rocco dopo l'ennesima espulsione: "El garoto... el ga roto i cojon!"
- Gento: la velocità della luce. Francisco era piccolo, fulmineo, imprendibile. Ala sinistra
- Yashin: E' stato fra i migliori portieri del mondo, se non il migliore in assoluto, tra l'altro l'unico a vincere il Pallone d'oro. Non disputò però un gran Mondiale, incappando in qualche papera non da lui.


SQUADRA CAMPIONE:

BRASILE: Per 9/11 è la stessa nazionale del '58. Tutti aspettano Pele, ma lui si fermerà subito per un infortunio ma al suo posto esploderà Amarildo. Non brilleranno come nel '58 ma vista anche la pochezza degli avversari non avranno problemi a confermarsi. era un brasile molto pratico ed opportunista, meno scintillante di quello ammirato in Svezia. Mirava ad impadronirsi del pallone, lo governava con passaggi lenti e anche laterali, purchè restasse nella sfera d'azione dei tre centrocampisti (Zito e Zagalo intorno a Didi). Quando le punte scattavano allora il ritmo cresceva di colpo, veloce era solo la fase ultima del gioco, quella affidata alle punte.

NOTE TATTICHE:

Sotto questo aspetto il Mondiale del Cile non lascerà tracce, nessuna innovazione tattica e scarse novità in fatto di atleti. Non poteva non vincere che il Brasile, che si ripresenta dopo 4 anni con la stessa formazione eccettuata la coppia centrale Mauro-Zozimo che sostituisce Orlando-Bellini. Amarildo sostituisce degnamente Pele, anche se è più minuto e meno potente e ha bisogno di un maggior sostegno in area avversaria. Basta avanzare le posizioni di Vavà e Garrincha ed il gioco è fatto.

Il ruolo di squadra rivelazione ce l'ha la Cecoslovacchia. nessuna scoperta fondamentale di nuove tattiche ma un centrocampo fitto che serviva da barriera difensiva e ancor più di pedana di lancio per le punte. Sfruttava la gran classe di Masopust, mediano e cervello della squadra, il suo gioco era essenziale, rapido e verticale. Non disponibile allo spettacolo però la compattezza di squadra, il suo modo di raccogliersi e partire con lunghe fiondate in contropiede l'avevano indicata come una delle migliori espressioni del Mondiale
 
Web  Top
view post Posted on 30/5/2010, 17:03
Avatar



Group:
Amministratore
Posts:
33,541
Location:
San Pietroburgo (Russia)

Status:


E l'URSS? L'Unione Sovietica arrivò a quel Mondiale da Campione d'Europa e con i favori del pronostico; alla vigilia era infatti considerata l'europea più quotata insieme alla Spagna ed in generale secondo molti sarebbe stata la principale antagonista del Brasile Campione in carica.
In effetti la squadra era molto forte, secondo alcuni nostalgici russi la miglior URSS di sempre ed avrebbe avuto tutte le qualità per raggiungere la finalissima. Mancava ancora lo sfortunato Streltsov, condannato ai lavori forzati in Siberia, ma quella selezione poteva contare su altri campioni del calibro di Yashin, Netto, capitan Voronin (uno dei più completi centrocampisti dell'epoca), Metreveli (fantasista georgiano della Torpedo Mosca), Valentin Ivanov, Meskhi (inarrestabile ala georgiana, soprannominato il "Garrincha dell'est") e Ponedelnik (bomber dello SKA-Rostov, autore della rete decisiva nella finale di EURO '60).

Esaltante la fase a gironi: successo netto (2-0, con reti di Ivanov e Ponedelnik) all'esordio contro la forte Jugoslavia che arriverà poi quarta, spettacolare pareggio per 4-4 (risultato arrivato grazie anche alla peggior prestazione nella carriera di Yashin) contro la Colombia e vittoria infine per 2-1 sull'Uruguay. L'URSS arrivò così prima nel proprio raggruppamento ma ai Quarti ebbe la sfiga di beccare proprio il Cile padrone di casa, che come al solito potè contare sull'ennesimo arbitraggio favorevole: risultò così inutile la rete dell'emergente Chislenko (protagonista quattro anni dopo), perchè Sanchez e compagni vinsero di misura per 2-1 ed il sogno dei sovietici finì lì.

Da segnalare il Mondiale negativo disputato da Yashin, che arrivò in Cile visibilmente fuori forma; si riprese però alla grandissima, basti pensare che soltanto l'anno dopo vinse il Pallone d'Oro a coronamento di una stagione pazzesca.

Infine, una curiosità: Valentin Ivanov rimane tuttora l'unico giocatore russo insieme ad Oleg Salenko ad aver vinto la classifica marcatori di un Mondiale; l'ala destra della Torpedo Mosca, già bomber principe dell'Europeo del 1960, fu il capocannoniere con 4 reti, a parimerito con i brasiliani Garrincha e Vavà, il cileno Sanchez, lo jugoslavo Jerkovic e l'ungherese Albert.
 
Web  Top
4 replies since 30/5/2010, 11:47   109 views
  Share