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Spagna 1982

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view post Posted on 8/6/2010, 22:34
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Da http://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mo..._di_calcio_1982
Il campionato mondiale di calcio 1982 o Coppa del Mondo FIFA del 1982 (noto anche come Spagna '82) è stata la dodicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
Si svolse in Spagna dal 13 giugno all'11 luglio 1982. Fu il primo campionato mondiale in cui le squadre partecipanti furono portate da 16 a 24, inoltre è tutt'ora il mondiale ospitato da un'unica nazione, che ha visto impiegato il maggior numero di stadi: diciassette (in verità il maggior numero di stadi venne usato nel Campionato mondiale di calcio 2002 in Corea del Sud e Giappone, dove ne furono usati ben 20, equamente divisi tra le due nazioni). Il vincitore fu l'Italia, che sconfisse 3-1 la Germania Ovest in finale.

Squadre partecipanti

Algeria
Argentina
Austria
Belgio
Brasile
Camerun
Cecoslovacchia
Cile
El Salvador
Francia
Germania Ovest
Honduras
Inghilterra
Irlanda del Nord
Italia
Jugoslavia
Kuwait
Nuova Zelanda
Perù
Polonia
Scozia
Spagna
Ungheria
URSS

Stadi

Città Stadio Posti Anno
Alicante Stadio José Rico Pérez 35.886 1974
Barcellona Camp Nou 97.679 1957
Barcellona Stadio de Sarriá 40.400 1923
Bilbao Stadio San Mamés 46.223 1913
Elche Stadio Martínez Valero 53.290 1976
Gijon Stadio El Molinón 45.153 1908
La Coruña Stadio Riazor 34.190 1944
Madrid Stadio Santiago Bernabéu 90.800 1947
Madrid Stadio Vicente Calderón 65.695 1966
Malaga Stadio La Rosaleda 34.411 1941
Oviedo Stadio Carlos Tartiere 28.421 1932
Saragozza La Romareda 41.806 1957
Siviglia Stadio Benito Villamarín 50.253 1929
Siviglia Stadio Ramón Sánchez Pizjuán 68.110 1958
Valencia Stadio Luis Casanova 47.542 1923
Valladolid Stadio José Zorrilla 29.990 1982
Vigo Stadio Balaídos 56.790 1928
Formula
Il torneo prevedeva due fasi eliminatorie a gruppi ed una fase finale ad eliminazione diretta, con semifinali, finale per il 3° posto e finale per il 1° posto.
Prima fase a gruppi
La prima fase prevedeva sei gironi all'italiana di quattro squadre ciascuno. La composizione venne decisa con un sorteggio pilotato, che prevedeva l'adozione di quattro fasce di sei squadre ciascuna. Ogni girone sarebbe stato così composto da una squadra proveniente da ciascuna fascia.
Le quattro fasce furono così individuate:
Teste di serie: Paese organizzatore (Spagna), Paese detentore (Argentina) e tutte le Federazioni che avevano vinto almeno una volta la Coppa del Mondo (Brasile, Germania Ovest, Inghilterra e Italia).
Fascia 1: tutte le Federazioni appartenenti al "blocco sovietico" (Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia, Ungheria e URSS), alle quali venne aggiunta l'Austria per completare la fascia.
Fascia 2: le restanti Federazioni europee e sudamericane non ancora considerate (Belgio, Cile, Francia, Irlanda del Nord, Perù e Scozia).
Fascia 3: tutte le Federazioni dell'area africana, asiatica, oceanica e della CONCACAF (Algeria, Camerun, El Salvador, Honduras, Kuwait e Nuova Zelanda).
Le teste di serie vennero assegnate a tavolino ai rispettivi gruppi: all'Italia spettò il gruppo 1, alla Germania Ovest il gruppo 2, all'Argentina il gruppo 3, all'Inghilterra il gruppo 4, alla Spagna il gruppo 5 ed al Brasile il gruppo 6.
Il sorteggio proseguì poi per ordine di fascia: le squadre vennero inserite nei gruppi dall'1 al 6 per ordine di estrazione. Venne tuttavia stabilito che Cile e Perù non sarebbero state inserite nei gruppi 3 e 6 (destinati come detto ad Argentina e Brasile), per evitare che due formazioni sudamericane si incontrassero già nella prima fase. Questo causò qualche disguido al momento del sorteggio del Belgio, che venne in prima battuta inserito, erroneamente, nel gruppo 1 (quello dell'Italia), anziché nel gruppo 3.
Ad ogni gruppo corrispondevano due città, di cui una riservata alla testa di serie (evidenziato in corsivo):
Gruppo 1: Vigo e La Coruña.
Gruppo 2: Gijón e Oviedo.
Gruppo 3: Alicante ed Elx.
Gruppo 4: Bilbao e Valladolid.
Gruppo 5: Valencia e Saragozza.
Gruppo 6: Siviglia e Málaga.
Passavano alla seconda fase a gruppi le prime due classificate di ogni gruppo. In caso di parità di punti, valeva il criterio della miglior differenza reti; in caso di ulteriore parità si considerava il maggior numero di gol segnati e, in caso di parità anche di goal fatti, si sarebbe proceduto al sorteggio.
Seconda fase a gruppi [
La seconda fase prevedeva quattro gironi all'italiana di tre squadre ciascuno, ciascuno giocato in uno stadio assegnato e composti come segue:
Gruppo A (Camp Nou, Barcellona): 1ª classificata Gruppo 1; 1ª classificata Gruppo 3; 2ª classificata Gruppo 6.
Gruppo B (Stadio Santiago Bernabéu, Madrid): 1ª classificata Gruppo 2; 1ª classificata Gruppo 4; 2ª classificata Gruppo 5.
Gruppo C (Stadio de Sarriá, Barcellona): 1ª classificata Gruppo 6; 2ª classificata Gruppo 1; 2ª classificata Gruppo 3.
Gruppo D (Stadio Vicente Calderón, Madrid): 1ª classificata Gruppo 5; 2ª classificata Gruppo 2; 2ª classificata Gruppo 4.
Fase ad eliminazione diretta
La terza ed ultima fase prevedeva due semifinali - sola andata - fra le vincenti dei quattro gironi della seconda fase, composte come segue:
1ª semifinale (Camp Nou, Barcellona): 1ª classificata Gruppo A - 1ª classificata Gruppo C.
2ª semifinale (Stadio Pizjuán, Siviglia): 1ª classificata Gruppo B - 1ª classificata Gruppo D.
Le due squadre sconfitte avrebbero giocato la finale per il 3° posto allo Stadio José Rico Pérez di Alicante. Le due squadre vincitrici avrebbero invece giocato la finale per il 1° posto allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid.
Fase finale

Qualificazioni

Il XII Campionato del Mondo di calcio, in programma in Spagna dal 13 giugno all'11 luglio 1982, dal punto di vista della qualità del gioco espresso e del livello dei suoi protagonisti, nonché del numero di Nazionali di vertice presenti, fu probabilmente il torneo calcistico che mise in scena il miglior mix tra tecnica e spettacolo mai espressi fino ad allora, e forse anche in tempi successivi.
Uno dei fattori che contribuirono senza dubbio a creare questa felice combinazione fu l'allargamento delle squadre partecipanti alla fase finale a ventiquattro; soluzione che, seppure discutibile sul piano organizzativo ed illogica sul piano pratico (i gironi a tre del secondo turno erano inevitabilmente formati due da una prima classificata e due seconde e due da due prime e una seconda, creando evidenti squilibri quantomeno meritocratici) permise tuttavia a ben quattordici squadre europee, tra cui tutte quelle di vertice all'epoca, di partecipare al torneo, cosa che, con la vecchia formula a sedici squadre, era di fatto impedita dalla limitazione per continente.
Nelle edizioni successive a ventiquattro squadre (1986, 1990 e 1994) tali gironcini non saranno più presenti, ma si procederà con l'eliminazione diretta a partire dagli ottavi di finale, qualificandosi alla seconda fase le prime due classificate di ciascun gruppo più le migliori quattro terze (anche in questo caso si creerà un inconveniente, consistente nel fatto che saranno giocate, nella prima fase, trentasei partite per eliminare solamente otto squadre).
L'edizione spagnola del Campionato del Mondo si segnala anche per essere stata la prima a ospitare tutti e cinque i continenti e tutt'e sei le Confederazioni: avvenne di nuovo solamente in Germania nel 2006 (anche se nel 2006, all'atto della fase finale, l'Australia, che aveva giocato le qualificazioni come affiliata OFC, era già passata sotto l'egida AFC) e in entrambi i casi si laureò campione del mondo la nazionale italiana. Oltre alle quattordici squadre europee (Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Germania Ovest, Inghilterra, Irlanda del Nord, Italia, Jugoslavia, Polonia, Scozia, Spagna, Ungheria e URSS), ai nastri di partenza si allinearono anche due africane (Algeria e Camerun, che curiosamente toccarono in sorte a quelle che sarebbero divenute le due finaliste del torneo), quattro sudamericane (oltre all'Argentina campione uscente, il sempre presente Brasile, il redivivo Cile e il Perù, da qualche edizione ospite fisso del Mondiale), due centro-americane (le sorprese El Salvador e Honduras), un'asiatica (il pittoresco Kuwait, per motivi che vedremo più avanti) e, per la seconda volta, un'oceanica (la Nuova Zelanda, al suo debutto assoluto, che nel dicembre 1981 aveva vinto lo spareggio di qualificazione contro la Cina, avendo terminato entrambe a pari punti al secondo posto del girone finale misto asiatico-oceanico).
La Spagna venne scelta il 6 luglio 1966 dalla FIFA come sede del torneo, ben sedici anni prima della manifestazione, in quanto in quell'occasione, per una serie di circostanze, furono scelte le sedi dei Mondiali del 1974, del 1978 e del 1982. All'epoca la Spagna si candidò insieme alla Germania Ovest sia per l'edizione del 1974 che per quella del 1982, successivamente, grazie ad un accordo tra i due paesi per ottenere ciascuna una edizione, gli spagnoli si ritirarono dalla corsa per i mondiali del 1974 e i tedeschi da quella per i mondiali del 1982.
Il clima politico in cui si svolsero quei Campionati era abbastanza disteso, nonostante un tentativo di colpo di stato perpetrato dal colonnello Tejero circa un anno prima, tentativo abortito sul nascere e che provocò l'ilarità della stampa britannica circa la proverbiale inaffidabilità dei Paesi latini. A riscaldare maggiormente il clima era, semmai, lo stato d'assedio da poco instaurato (dicembre 1981) da Jaruzelski in Polonia per evitare l'invasione sovietica e soprattutto il conflitto in corso (aprile-giugno 1982) tra inglesi e argentini per il possesso delle isole Malvinas o Isole Falkland che, nato per iniziativa della dittatura sudamericana in declino, vide compattare intorno alle due contendenti il rispettivo orgoglio nazionale.
Il cammino verso il Campionato del Mondo
La novità più grossa, come detto, fu costituita dall'aumento delle partecipanti europee, cosa che permise di avere presenti al torneo tutte le migliori nazionali del mondo e gli interpreti migliori del calcio di quel tempo.
Fuori dalla lotta di qualificazione la Spagna perché Paese ospitante, l'Inghilterra arrivò al mondiale assieme all'Ungheria, nonostante una sconfitta contro la Norvegia. Scozia e Irlanda del Nord fecero nel loro girone di qualificazione vittime illustri come Svezia e Portogallo. La Polonia (già terza nel 1974) andò a battere, nei giorni dello stato d'assedio, la Germania Est a Berlino, qualificandosi a sue spese. Anche la Germania Ovest (Campione del mondo nel 1974 e Campione d'Europa in carica) e l'Austria (che disputò un ottimo Mondiale 1978) si qualificarono assieme nel proprio girone, mentre Francia e Belgio (secondo agli Europei 1980) eliminarono Olanda ed Irlanda.
Qualificazione senza problemi per URSS (Campione Europeo nel 1960) e Cecoslovacchia (Campione Europeo nel 1976). L'Italia, autrice di un ottimo inizio (quattro vittorie per 2-0 nel proprio girone di qualificazione contro, nell'ordine, Grecia, Danimarca, Lussemburgo e Jugoslavia), si qualificò proprio con quest'ultima con una giornata d'anticipo. L'andamento complessivo degli azzurri però suscitò più di una perplessità, come lo suscitò lo scialbo 1-1 di Torino contro la Grecia che permise alla Nazionale italiana di qualificarsi.
Quanto al Sudamerica, nessuna sorpresa per Brasile, Perù (già presente nella precedente edizione) e Cile, mentre l'Argentina, campione in carica, era qualificata di diritto al pari della Spagna ospitante.
Novità vennero dal resto del mondo: in Asia il Kuwait ottenne la sua prima (e finora unica) partecipazione ai Mondiali; dalla CONCACAF provennero El Salvador (già presente a Messico '70) e Honduras (esordiente assoluta), qualificatesi a spese del colosso dell'area, Messico. Altre matricole provenirono dall'Africa (Algeria e Camerun) e dall'Oceania (Nuova Zelanda), che espresse per la seconda volta (dopo l'Australia nel 1974) una propria squadra alla fase finale dei Mondiali.
I calciatori
Ricca la parata di stelle che il Campionato del Mondo 1982 mise in mostra: per rimanere all'Europa, la Francia schierava Michel Platini e Jean Tigana, l'URSS l'ex pallone d'Oro Oleg Blochin, la Germania Ovest "Kalle" Rummenigge, Hansi Müller e Pierre Littbarski. La Polonia schierava, oltre ai collaudati Grzegorz Lato e Władysław Żmuda, anche la stella internazionale Zbigniew Boniek, fresco di ingaggio da parte della Juventus insieme al citato Platini.
Senza sorprese il panorama calcistico africano. Eccezion fatta per l'algerino Rabah Madjer e la curiosità costituita dal camerunense Roger Milla (del quale nessuno è mai riuscito a capire l'esatta data di nascita), i grossi nomi a fare da contraltare ai campioni europei provenivano come di consuetudine dal Sudamerica: la stella peruviana Julio César Uribe, i brasiliani Zico, Toninho Cerezo, Júnior, Falcão e, su di tutti, l'argentino Diego Armando Maradona, escluso dal "Flaco" César Luis Menotti nell'edizione di quattro anni prima e che aveva intenzione di mostrare il proprio valore sulla prima grande ribalta internazionale della sua carriera.
Interessanti i collettivi: per tacere di quello tedesco, proverbialmente coriaceo anche in momenti di scarsa vena dei suoi interpreti, si mettevano in luce quello polacco (che aveva dato prova di solidità), quello sovietico (ricco di entusiasmo ma da valutare sul piano della fantasia e del temperamento), quello francese (i cui giocatori erano definiti i Brasiliani d'Europa, anche sul piano difensivo), quello inglese (i cui giocatori provenivano da squadre che negli ultimi cinque anni avevano fatto il pieno nelle Coppe europee (Liverpool, Nottingham Forest e Aston Villa) e quello brasiliano (che vantava una parata di stelle e che era esplicitamente candidato alla vittoria finale).
Rimaneva quello italiano che, sebbene non avesse dimostrato ancora appieno quanto valesse, veniva pur sempre da un ottimo quarto posto ai precedenti campionati in Argentina, con la soddisfazione - per giunta - di essere stato l'unico ad aver battuto la squadra di casa. Inoltre l'ossatura era quella della Juventus di Giovanni Trapattoni integrata da ottime individualità come Giancarlo Antognoni, Francesco Graziani, Gabriele Oriali, Fulvio Collovati e soprattutto il funambolo nettunense Bruno Conti, che la sorte strappò al baseball per lasciarlo al calcio.
Il torneo
Prima fase a gruppi
La prima sorpresa del campionato arrivò proprio nella giornata inaugurale. Un tonico Belgio, il cui tecnico Guy Thys aveva fatto del catenaccio e contropiede l'arma principale di gioco, imbrigliò le iniziative di Maradona, gli bloccò i riferimenti e al momento opportuno colpì: i belgi batterono così l'Argentina per 1-0. Altra sorpresa fu la vittoria dell'Algeria sulla Germania Ovest di Rummenigge per 2-1. Mattatore della gara fu Rabah Madjer, che avrebbe poi vinto il Pallone d'Oro africano e la Coppa dei Campioni 1986-1987 con il Porto.
Se la vittoria iniziale valse al Belgio il primo posto finale del girone proprio davanti all'Argentina, stessa sorte non arrise agli algerini, i quali vennero eliminati per differenza reti sfavorevole rispetto a quella di Germania e Austria. Proprio l'incontro fra queste due formazioni vide i tedeschi vincere per 1-0 ed esibirsi con la squadra alpina in una pietosa melina per il resto della gara. Il fatto fu talmente eclatante (ribattezzato spregiativamente Patto di non belligeranza di Gijón) che venne ristabilita la contemporaneità delle ultime partite dei gironi eliminatori a partire dall'edizione del 1986 per evitare risultati di comodo. Nel gruppo 3 (quello di Belgio ed Argentina), si registrò il record di gol segnati da una squadra in una sola partita della fase finale dei campionati del mondo: a detenerlo ancora oggi è l'Ungheria che batté El Salvador per 10-1. Questa partita è anche al secondo posto di tutti i tempi per reti realizzate in una partita del mondiale: ben 11, raggiunti da un Ungheria-Germania Ovest 8-3 e superati unicamente da un Austria-Svizzera 7-5, giocate entrambe al Campionato mondiale di calcio 1954.
La Spagna, capitata nel gruppo 5 con Jugoslavia, Irlanda del Nord e Honduras, faticò più del previsto a qualificarsi. Il gruppo venne vinto a sorpresa dall'Irlanda del Nord, che schierò quello che ancora oggi è il calciatore più giovane in assoluto ad aver giocato la fase finale dei mondiali: Norman Whiteside (classe 1965, all'epoca 17 anni). Gli iberici furono infatti costretti al pareggio per 1-1 dagli honduregni e vinsero di misura sulla Jugoslavia per 2-1.


Anche l'album "Calciatori" rese omaggio alla vittoria mondiale.
Senza scossoni il gruppo dell'Inghilterra, capitata insieme a Francia, Cecoslovacchia e Kuwait. Considerato alla vigilia il girone più difficile, gli inglesi lo vinsero a punteggio pieno, seguiti dai francesi. Proprio in questo gruppo si segnala l'evento più curioso, durante l'incontro tra Francia e Kuwait, il gol del 4-1 dei Bleus di Alain Giresse scatenò notevoli proteste in campo: i difensori del Kuwait si erano infatti fermati sentendo un fischio proveniente dagli spalti ed attribuendolo erroneamente all'arbitro; Giresse con la difesa praticamente ferma non ebbe difficoltà a battere il portiere avversario. Lo sceicco Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah (presidente della Federazione calcistica kuwaitiana) scese però in campo per contestare la decisione arbitrale, ed in seguito alla minaccia di ritiro della squadra dal campo, l'arbitro sovietico Stupar decise dunque di annullare il gol. La Francia vinse comunque 4-1, con l'ultima marcatura di Maxime Bossis.
Quasi tutto liscio per il Brasile, sorteggiato insieme ad URSS, Scozia e Nuova Zelanda. La prima partita fu contro i sovietici, che passarono in vantaggio per primi grazie a uno svarione del portiere Valdir Peres. Per ribaltare il vantaggio iniziale ci vollero molta fatica e due funamboliche reti da fuori area di Éder e Socrates nel secondo tempo. Nella norma le vittorie per 4-1 contro la Scozia e quella per 4-0 contro la Nuova Zelanda. Si qualificarono anche i sovietici, che approfittarono della miglior differenza reti nei confronti della Scozia.
Il gruppo dell'Italia, guidata da Enzo Bearzot, capitata insieme a Polonia, Camerun e Perù, si rivelò il vero gruppo di ferro. Gli azzurri giunsero in Spagna fra mille polemiche ed incognite, non ultimo un Paolo Rossi reduce dalla squalifica di due anni per il noto scandalo del calcio-scommesse. Bearzot era inoltre contestato dalla stampa per aver escluso dalla rosa Beccalossi e Pruzzo. In particolare, i giornali romani premevano per un più marcato utilizzo dei giocatori della Roma, data la visibilità che la squadra aveva raggiunto sotto la presidenza di Dino Viola. Bearzot rimase però fedele al blocco-Juventus, che già gli aveva dato soddisfazioni nel precedente Campionato del Mondo.
L'Italia partiva enormemente sfavorita: un sondaggio Gallup svolto in 19 Paesi evidenziò che solo l'1% degli intervistati aveva fiducia in un'Italia campione del mondo. L'impressione venne confermata dai tre pareggi racimolati nelle prime tre partite: l'esordio con la Polonia si concluse con un brutto 0-0. L'incontro con i peruviani andò leggermente meglio: primo tempo a favore dell'Italia, che giocò sciolta ed andò in vantaggio con Conti. Nel secondo tempo, Causio sostituì uno spento Rossi, gli azzurri calarono di tono ed il Perù ebbe il sopravvento. Il pareggio arrivò nel finale, all'83° minuto. La qualificazione arrivò sul filo del rasoio nell'ultima partita contro il Camerun: bastava un pareggio per eliminare gli africani per il numero di reti segnate ed infatti finì 1-1 (gol di Graziani e M'Bida).

Seconda fase a gruppi

Gli accoppiamenti della seconda fase erano stati verosimilmente concepiti, come spesso accade per riguardo al Paese ospitante, per non destinare la Spagna ad un gruppo troppo ostico. I risultati della prima fase però portarono ad una situazione ben diversa: in ragione del secondo posto (del tutto inaspettato) delle teste di serie Spagna, Argentina ed Italia, i padroni di casa approdarono nel gruppo B con Inghilterra e Germania Ovest, mentre le altre due vennero destinate al gruppo C assieme al Brasile. Di contro, i gruppi A (Polonia, URSS e Belgio) e D (Francia, Irlanda del Nord ed Austria) apparivano decisamente meno duri, anche se equilibrati.
In totale, rimasero a contendersi il titolo dieci squadre europee (sulle 14 iniziali) e due sudamericane, almeno una delle quali destinata a sicura eliminazione. Il regolamento prevedeva che la prima partita fosse giocata dalle due squadre con lo stesso piazzamento nel gruppo della prima fase. La terza squadra avrebbe giocato prima contro la perdente del primo incontro e poi contro la vincente. In caso di parità, si sarebbe fatto ricorso al sorteggio (applicato per il solo gruppo B).
Nel gruppo D, la Francia batté 1-0 l'Austria, di fatto ipotecando il passaggio alle semifinali. La Polonia fece lo stesso nel gruppo A, battendo 3-0 il Belgio e dimostrando ai sovietici che il discorso qualificazione era ancora aperto. Nel gruppo B si segnalò uno scialbo 0-0 fra Germania Ovest ed Inghilterra, mentre nel gruppo C l'Italia fin lì bistrattata e ferocemente criticata dalla stampa (quando non proprio insultata, tanto che Bearzot rispose con l'imposizione del silenzio-stampa) sfoderò una prestazione di tutto rispetto contro l'Argentina, battendola per 2-1.
La seconda partita contribuì a determinare le quattro semifinaliste: nel gruppo D, Austria ed Irlanda del Nord pareggiarono 2-2, di fatto eliminandosi a vicenda; nel gruppo B, una inconsistente Spagna si autoeliminò perdendo per 2-1 contro i tedeschi-occidentali; nel gruppo A, l'URSS vinse senza convincere 1-0 con il Belgio, che resistette a lungo e contribuì a rovinare ai sovietici la differenza reti con la Polonia; nel gruppo C, infine, il Brasile pose definitivamente fine al cammino mondiale dell'Argentina battendola 3-1.
Nell'ultima tornata, la Francia ribadì la propria superiorità nel gruppo battendo 4-1 i nordirlandesi, contenti della ribalta acquisita al pari dell'Austria. Più carica di tensione la partita fra Polonia ed URSS, che si teneva sette mesi dopo la proclamazione dello stato d'assedio a Varsavia: i polacchi organizzarono delle vere e proprie barricate (Boniek perfino rimediò una ammonizione che gli avrebbe fatto saltare la semifinale) e riuscirono a fermare i sovietici sullo 0-0, guadagnando l'accesso alla fase successiva. Il gruppo B finì come era iniziato: spagnoli ed inglesi conclusero sullo 0-0, laddove all'Inghilterra sarebbe servito vincere con almeno due gol di scarto. Spagnoli fuori dal mondiale senza avervi mai inciso, inglesi eliminati senza avere mai perso una partita e con un solo gol al passivo.
L'ultima partita, decisamente la più difficile, vedeva contro Brasile ed Italia, con questi ultimi costretti a vincere per poter passare il turno. La partita fu piena di emozioni, con la Seleção votata all'attacco e un'Italia abile a sfruttare i contropiedi: vantaggio per gli azzurri dopo solo cinque minuti con un redivivo Paolo Rossi, poi rientrato sette minuti dopo con il pareggio di Sócrates; nuovo vantaggio italiano sempre di Rossi che sfrutta un incredibile errore di Júnior al 25°. Gentile intanto fu costretto agli straordinari per tenere a bada Zico, il più pericoloso fra i verde-oro, ottenendo una ammonizione che gli avrebbe poi fatto saltare la semifinale. Nel secondo tempo, pareggio del Brasile al 69° con Falcão, ma al 74° Rossi segna il terzo gol. Gli ultimi minuti della partita furono contraddistinti dalla parata sulla linea di porta di Dino Zoff su colpo di testa di Leandro. Il risultato finale fu di 3-2 per l'Italia ed il Brasile venne eliminato. Fu un'autentica disfatta per i giocatori verdeoro, che fino a quel momento erano così sicuri di passare il turno al punto di aver già prenotato l'albergo a Madrid: questa partita, infatti, sarà ricordata dai brasiliani come la Tragedia del Sarriá.

Semifinali
A giocarsi la Coppa restarono quattro squadre europee: Francia, Germania Ovest, Italia e Polonia. La prima semifinale vedeva nuovamente contro italiani e polacchi: al contrario della partita della prima fase, gli azzurri dominarono gli avversari, battuti per 2-0 (doppietta di Rossi, giunto a cinque reti in appena due partite).
La seconda semifinale fra Germania Ovest e Francia fu decisamente più spettacolare: all'iniziale vantaggio tedesco di Littbarski rispose Platini su rigore. Nel secondo tempo, entrambe le squadre lottarono senza esclusione di colpi. Uno sgradevole episodio vide coinvolto il portiere tedesco Schumacher che, dopo aver atterrato il francese Battiston al limite dell'area e avergli provocato la rottura di due denti e l'incrinatura di un paio di vertebre, si mise provocatoriamente a fare esercizi di stretching davanti ai tifosi francesi. La partita proseguì fino ai tempi supplementari, dove la Francia si portò sul 3-1. La Germania riuscì a recuperare lo svantaggio prima con Rummenigge e poi con una rovesciata di Fischer. Per la prima volta nella storia dei Mondiali, una partita si decise ai rigori: a spuntarla fu la Germania Ovest per 5-4.
Finali
La finale di consolazione di Alicante fu poco più che una passerella per Polonia e Francia. Fu una delle ultime ribalte internazionali per i polacchi Szarmach e Lato ed una partita di rimpianti per i francesi, che avevano sognato di vincere la coppa e che finirono invece al quarto posto, battuti 3-2 dalla Polonia.
L'11 luglio 1982 andò dunque in scena la finale fra Germania Ovest e Italia. Bearzot dovette riadattare la squadra in seguito alla indisponibilità di Antognoni e all'infortunio, dopo appena otto minuti di gioco, occorso a Graziani a causa di uno scontro con la rude difesa tedesca. Predominanza italiana nel primo tempo, anche se Cabrini perse l'occasione per passare in vantaggio sbagliando un rigore. La ripresa vide un calo della squadra tedesca, di cui approfittò per primo Rossi su cross di Gentile.


Pertini con Zoff, Causio e Bearzot al ritorno dalla Spagna con la Coppa del Mondo appena vinta.
Dopo un tentativo di pareggio di Hrubesch, gli azzurri raddoppiarono con un tiro dal limite dell'area di Tardelli, il cui urlo di gioia divenne una icona di quei Campionati del Mondo e delle successive avventure della nazionale italiana. Altobelli segnò la rete del 3-0, seguita dal punto d'onore di Breitner. Altobelli fece poi posto all'88° a Causio, ricompensato con la passerella mondiale per i suoi meriti.
« Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!! »
(Nando Martellini)
Le immagini di quel mondiale che rimangono tuttora impresse nella memoria sono, oltre al citato urlo di Tardelli, Zoff che prende la Coppa del Mondo dalle mani del re di Spagna e la alza fiero (Guttuso ne farà poi un quadro) e il Presidente della Repubblica Pertini che gioca a scopa in coppia con Zoff contro Causio e Bearzot, durante il viaggio di ritorno in Italia assieme alla Coppa.
 
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view post Posted on 8/6/2010, 23:04
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Quello era un signor Brasile, come tecnica individuale molti lo ritengono il migliore della sua storia, anche se io non sono d'accordo (gli preferisco sia quello del '58 che quello del '70).

Ma appunto perchè era formidabile si riteneva invincibile, tra l'altro veniva da 13 gol in 4 partite e nel turno precedente aveva smontato l'Argentina campione uscente (e anche Maradona sfogò le sue frustrazioni con un fallaccio che gli costò l'espulsione) ed andava ad affrontare una squadra che nel girone eliminatorio aveva fatto schifo (e voglio essere buono) ed aveva dato un minimo accenno di risveglio solo con gli argentini...

Dunque, secondo il loro ragionamento, sarebbe stata una passeggiata contro l'Italia, poi a loro bastava anche un pareggio, ed infatti si sono disposti in campo senza nessun tatticismo particolare... ora va bene che storicamente il Brasile non brilla per tattica, ma cerca sempre di giocare privilegiando l'attacco e segnando un gol più degli avversari, ma in questa partita le hanno sbagliate tutte:

- Hanno schierato un "parvenza" di portiere...
- Il loro centravanti (Serginho) non avrebbe giocato nemmeno nella squadra dell'oratorio... ma l'avete vista la ciabattata all'inizio della partita contro l'Italia? E poi non si è più visto se non quando è uscito dal campo per essere sostituito...
- Non esisteva nessuna marcatura... non è prevista dal loro codice genetico quello di francobollare l'avversario, ma anche se non aveva fatto un tubo fino ad allora, ce lo vuoi mettere qualcuno su Rossi? Se non vicino almeno nei paraggi! Incredibile l'ha libertà concessa a Pablito...
- Poi quando hanno raggiunto il pareggio hanno continuato ad attaccare come se volessero dimostrare a tutto il mondo che loro erano i più forti e che avrebbero punito gli Azzurri per "l'insolenza" di essere passati due volte in vantaggio... Ma sant'iddio, visto che ti basta il pareggio, vuoi stare tranquillo e gestire la partita come meglio ti conviene? E' la cosa che i brasiliani sanno fare meglio quella di gestire il pallone! Con quei nomi che si ritrovavano in campo...



...Ma se per ipotesi si fosse rigiocata sono arcisuperconvinto che tutte le volte i vincitori avrebbero avuto la maglia verdeoro...


Incredibile comunque il centrocampo di quel Brasile, tra i migliori nella storia del calcio: Zico, Falcao, Junior, Cerezo, Socrates ed Eder :eeeh:
 
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view post Posted on 9/6/2010, 10:21
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Ecco la scalata dell'Italia di Bearzot dopo il triplo pareggio:

ITALIA - ARGENTINA 21-
www.youtube.com/v/bEvFa-CzPZY&hl=it_IT&fs=1&

ITALIA - BRASILE 3-2
www.youtube.com/v/gdtPuMxAjvI&hl=it_IT&fs=1&

ITALIA - POLONIA 2-0
www.youtube.com/v/BS_WMXwrQHY&hl=it_IT&fs=1&

ITALIA - GERMANIA OVEST 3-1
www.youtube.com/v/mqniGLbp7MI&hl=it_IT&fs=1&
 
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Kim Byung-Ji
view post Posted on 9/6/2010, 15:06




un Brasile che giocava in 9 uomini , inoltre c'era quel polentone di Socrates (giocatore che non mi e' mai piaciuto da quello che ho visto) e Cerezo incappo' in una giornata molto storta , come lo stesso Eder praticamente nullo in partita. L'Italia merito' ampiamente la vittoria e fu annullato anche un gol regolare ad Antognoni.

non accettero' mai come l'italietta di Berzot contropiedista e furbetta batte' una piu' forte Argentina , a rivedere quella partita L'Italia fu messa sotto ma alla fine vinse.
 
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3 replies since 8/6/2010, 22:34   189 views
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