Anche Mandela tifa Ghana
Mai un'africana in semifinale
Stasera alle 20.30 al Soccer City Stadium di Johannesburg la sfida con l'Uruguay deciderà l'avversaria della vincente fra Olanda e Brasile (oggi, ore 16.00). Il Nobel spinge le Black Stars, invitate anche a una cena a casa sua, ma la Celeste "schiera" GhiggiaUn Nobel per il Ghana. Il lungo cammino delle Black Stars verso le semifinali ha fatto aderire alla causa anche Nelson Mandela, l’uomo che ha abbattuto l’apartheid in Sudafrica e che, dopo 28 anni di carcere - fu liberato nel 1990 - ricevette nel 1993 il premio Nobel per la pace. Mandela ha invitato il Ghana a cena domani sera, nella casa del suo villaggio natale, Mvezo, non lontano da Port Elizabeth. I ghanesi ci andranno comunque, che si vinca o che si perda stasera contro l’Uruguay, e sono pronti a ricambiare l’invito in caso di approdo storico alle semifinali: nessuna squadra africana ha mai infatti superato le colonne d’Ercole dei quarti.
Qui Ghana — L’invito di Madiba, come viene chiamato Mandela, ha dato una scossa alla squadra. André Ayew - il figlio più bravo di Abedi Pelé - e Jonathan Mensah sono squalificati. Vorsah, Asamoah, Prince Boateng e Sarpei non stanno benissimo. Ma il morale è alto e le motivazioni, come dice il ct Rajevac, possono portare alla conquista del mondo: “Io e i miei giocatori siamo consapevoli che stiamo vivendo giornate storiche. Superare i quarti significa essere tra i primi quattro del mondo. Un’impresa straordinaria. L’Uruguay è forte, ha campioni come Forlan, Suarez, Cavani e Lugano, ha la storia e ha un grande allenatore come Tabarez, ma io credo che possiamo farcela”. L’invito di Mandela è arrivato nel momento giusto, in quel limbo tra una partita e l’altra in cui una squadra rischia di perdersi, avvitata ai suoi problemi. Il Ghana ha cercato in tutti i modi di accelerare la guarigione dei suoi malati, invitando in Sudafrica la “maga” serba Marijana Kovacevic, una fisioterapista che pratica applicazioni speciali con creme a base di placenta di cavalla, ma stringere la mano a Mandela ha rivitalizzato la squadra. Dalla sarabanda di cambi, potrebbe spuntare il nome di Muntari tra i titolari. Gyan cerca il quarto gol: per aiutare il Ghana e per convincere qualche club italiano a riportarlo dalle nostre parti. Appiah è tra i più convinti: “Questa squadra ha qualcosa di speciale”.
Qui Uruguay — L'Uruguay, che non approdava ai quarti del mondiale dal 1970, è abituato a fare il guastafeste. Il capolavoro del 1950, quando batté il Brasile al Maracanà e conquistò il suo secondo titolo mondiale, è nella storia del calcio e, come ha ricordato ieri Tabarez “ha fatto scrivere tanti libri”. Esasperando il concetto, è stato chiesto a Tabarez se l’Uruguay metterà a tacere le vuvuzela: tutta l’Africa tifa infatti Ghana. “La storia mi pare diversa e rispetto le vuvuzela. Sono un elemento della cultura del posto. Altra storia è la partita e l'Uruguay vuole vincerla. Il Ghana ha giocatori dotati di ottima tecnica e di grande fisico, ma non sono veloci in difesa e cercheremo di sfruttare questo loro limite”. In dubbio Godin per infortunio e dovrebbe uscire Alvaro Pereira, con l'inserimento di Alvaro Fernandez. Ci sarà il vecchio Ghiggia in tribuna, al Soccer City. Giocò quel famoso Brasile-Uruguay. Non è Mandela, ma per il calcio uruguayano è un totem.
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