| Chelsea, un tris mondiale: Monterrey ko
I Blues volano in finale del Mondiale per Club e raggiungono il Corinthians grazie a un 3-1 senza storia: Mata, Torres e un'autorete di Chavez condannano i messicani. Partita sempre nelle mani di un Chelsea decisamente convincente; il gol bandiera di De Nigris arriva infatti soltanto in pieno recupero
La lontananza dalle longitiduni londinesi fa benissimo al Chelsea di Rafa Benitez che con una prova decisamente convincente vola in finale del Mondiale per Club. Se infatti ieri il Corinthians aveva tutto sommato faticato più del previsto per superare gli egiziani dell’Al Ahly, Oscar e compagni superano senza patemi un Monterrey troppo piccolo per impaurire la qualità del Chelsea. Mata apre i conti nel primo tempo, Torres e un’autorete di Chavez chiudono il discorso dopo solo 2 minuti della ripresa. I blues volano trovano così il pass che vale la sfida con il Corinthians e, a fronte di quanto visto in questa 2 giorni giapponese, ci arrivano da grandi favoriti anche sul campo.
NESSUN JET LAG - Si giocava tanta credibilità Rafa Benitez e nonostante le dichiarazioni da “mani avanti” alla vigilia della partita (un accenno al fatto che i messicani fossero in Giappone da più giorni e non avessero il problema jet-lag), il suo Chelsea scende in campo con ben poca voglia di rischiare e prende il comando delle operazioni fin dai primi minuti.
ISPIRATISSIMI - Oscar, Harzard, Mata e Torres. Tutti presenti. Tutti (più o meno) attivi. Dopo 4 minuti un tacco di Oscar libera una sortita offensiva di David Luiz che fa sfiorare al brasiliano l’incrocio dei pali; due minuti più tardi lo stesso Luiz mette in porta Hazard con un filtrante bellissimo ma il belga, solo davanti Orozco, conferma il periodo di scarso feeling con il gol sparando il suo destro a giro a lato di pochissimo. Questa è la partenza… per il gol bisognerà attendere poco più di dieci minuti.
MONTERREY SUBITO MATADO - E’ il 17’ infatti quando l’azione capolavoro degli uomini in Blues, oggi incredibilmente in palla in mediana, gira definitivamente la gara su binari ben percepibili fin dall’avvio: Oscar si inventa un’apertura che libera Ashley Cole sulla sinistra, il terzino inglese mette al centro per Mata che, col sinistro, fredda da centro area la resistenza messicana.
CONTROLLO - Il Chelsea, trovato il vantaggio, inizia una gestione delle gara che mette in luce una tranquillità di gioco che da qualche tempo non si vedeva più dalle parti di Stamfrod Bridge. Fino al 30’ circa, infatti, i Blues impediscono al Monterrey di mettere il luce la buona tecnica di base dei messicani e, l’unico mismatch, rimane quello di sinistra dove Corona salta (e salterà) fino alla fine il malcapitato Azpilicueta. Detto questo, però, i Blues “si piacciono” un po’ troppo e nell’ultimo quarto d’ora l’eccessivo rallentamento dei ritmi permette al Monterrey si farsi vedere (senza troppa pericolosità) un paio di volte dalle parti di Cech.
CENTOVENTI SECONDI - Insomma, l’intervallo arriva lasciando presuppore una ripresa potenzialmente aperta. Sarà un’illusione. Al Chelsea bastano infatti i primi 120 secondi per mettere fine al discorso qualificazione. Pronti-via e un flash di Hazard sulla sinistra imbambola la difesa messicana (probabilmente ancora negli spogliatoi) servendo a Torres un pallone che, a centro area, viene clamorosamente deviato sulla conclusione dello spagnolo beffando l’incolpevole Orozco. Tempo di rimettere il pallone a centrocampo e una verticalizzazione pesca Mata in posizione regolare davanti al portiere: il suo passaggio è diretto al centro per il solissimo Oscar ma la deviazione di Chavez evita la gioia al brasiliano e termina lentamente in porta. 3-0. Il secondo tempo, di fatto, finisce lì.
IN FINALE - Sì perché la mazzata psicologica uccide le flebili speranze del Monterrey e consiste al Chelsea un esercizio di stile che prevede anche l’ingresso in campo di vecchie glorie come Paulo Ferreira e il gettone di Frank Lampard. Proprio lo storico numero 8 dei Blues sarà quello a provarci con più insistenza fino alla fine ma le sue conclusioni da fuori non impensieriranno mai Orozco. Il gol del Monterrey, cercato fortemente nell’ultimo quarto d’ora di gara, arriva soltanto in pieno recupero con un De Nigris pronto a infilarsi in una difesa dei Blues con la testa già alla finale di domenica. Lì servirà lo stesso Chelsea, ma difficilmente assisteremo allo stesso tipo di partita.
Corinthians, missione compiuta: è finale
Contro gli egiziani dell'Al Ahly decide un colpo di testa di Paolo Guerrero al 30' del primo tempo. Brasiliani un po' troppo rinunciatari nella ripresa ma comunque bravi nel concedere poche reali palle gol ai campioni d'Africa. Il finale per il Corinthians la vincente della sfida tra Chelsea e Monterrey
Alla fine i 20mila tifosi del Timao esplodono. L’esodo di massa più grande che sia mai avvenuto nel Mondiale per Club ha per ora portato i suoi frutti: il Corinthians batte 1-0 i campioni d’Africa dell’Al Ahly e accede così alla finale di domenica del Mondiale per Club, dove attenderà la vincente dell’altra semifinale in programma giovedì tra Chelsea e Monterrey. A decidere un partita bruttina e accesasi soltanto nell’ultima mezz’ora di gara è una rete al 30’ del peruviano Paolo Guerrero.
LA PARTITA - Che il Corinthians fosse una squadra ben poco “brasiliana” l’avevamo intuito già nella scorsa edizione della Libertadores. Che i ritmi della partita contro l’Al Ahly fossero però degni di un’amichevole d’agosto era un po’ meno pronosticabile. Si perché la squadra di Tite e il club più titolato d’Africa iniziano così il match: studiandosi, stando attenti in fase di interdizione e tenendo ritmi incredibilmente bassi per quella che dovrebbe essere la semifinale della Coppa del Mondo per Club. Gli egiziani dimenticano per mezz’ora abbondante i loro riferimenti offensivi mentre il Corinthians, dall’altra parte, fa di tutto tranne che dannarsi l’anima per sfondare la compatta doppia linea davanti alla porta di Ekramy.
UN GOL NEL NULLA - Evidente dunque che di fronte a un primo tempo del genere, le emozioni, possano arrivare soltanto da un calcio da fermo e il gol del vantaggio del Timao, guarda caso, nasce proprio dagli sviluppi di un tiro dalla bandierina: al 30’ la difesa egiziana prima mette fuori la battuta sul primo palo ma, sul contro-cross d’esterno di Douglas, l’Al Ahly sbaglia il movimento del fuorigioco e si fa beffare sul secondo palo da Paolo Guerrero che con la sua zuccata debole – ma molto precisa – infila l’immobile Ekramy garantendo ai suoi il massimo risultato con il minimo sforzo.
LA “REAZIONE” - Improvvisamente sotto, l’Al Ahly, accenna una reazione alzando il baricentro della sua mediana e provando ad apportare una maggiore circolazione di palla. Lo sforzo, fino all’intervallo, porta però il massimo risultato di un corner. Troppo poco per poter impensierire la solidità del Corinthians di Tite.
CONTROLLO - Il Corinthians, consapevole della propria forza, inizia il secondo tempo sulla falsa riga del primo e per un quarto d’ora abbondante impedisce, senza dannarsi l’anima in avanti, agli egiziani di apportare pericoli alla porta di Cassio.
CHI TROPPO DORME… - La partita sembra in pieno controllo ma l’eccessivo abbassamento del ritmo, e con quello della soglia minima di guardia agonistica, rimette improvvisamente in gioco che gli egiziani che con l’ingresso del talentuoso veterano Aboutrika al 55’ trovano nuova linfa e stimoli. Nel giro di tre minuti infatti, tra il 63’ e il 66’, l’Al Ahly sfiora due volte il gol: prima ci prova Rabiea con un gran destro da fuori che sfiora il palo, poi Fathi – splendidamente imbeccato proprio da Aboutrika – rischia di infilare l’immobile retroguardia brasiliana con un colpo di piatto che finisce sull’esterno della rete.
MINIMO SFORZO, MASSIMO RISULTATO - Il doppio pericolo “sveglia” il Corinthians anche se, l’inerzia, è ormai girata. I brasiliani tornano infatti a prestare maggiore attenzione in mezzo al campo ma sarà l’Al Ahly, forte delle fiducia degli ultimi minuti, a gestire il possesso del pallone da lì a fine partita. Un possesso sterile certo, spesso in orizzontale e che non porta praticamente più pericoli alla porta di Cassio ma che, in ottica di un eventuale finale col Chelsea, il Corinthians dovrà evitare di concedere. Lì ci saranno altri ritmi e un'altra qualità tecnica degli avversari e puntare solo sul calore della propria Torcida potrebbe non bastare.
FINALINA 5° POSTO AL SANFRECCE - La finale per il quinto e il sesto posto, è stata vinta dai giapponesi del Sanfrecce Hiroshima che, a Toyota, si sono imposti per 3-2 sui coreani dello Ulsan Hyunday. A regalare il successo alla formazione nipponica sono state le reti di Yamagishi e di Sato (autore di una doppietta). Ai coreani per spuntarla non sono bastati per spuntarla l'autogol di Mizumoto e il gol allo scadere di Lee. Ai quarti di finale i nipponici erano stati sconfitti dagli egiziani dell'Al Ahly, mentre l'Ulsan ha perso contro il Monterrey che domani contenderà al Chelsea di Benitez un posto in finale.
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