| Juninho Pernambucano si ritira. (ANSA)
A trentanove anni il centrocampista Brasiliano ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, al termine di una carriera fantastica ma che, a dire la verità, avrebbe potuto dargli qualche soddisfazione in più.
Non fu per esempio ritenuto adatto nel Mondiale 2002, quando il Brasile vinse il quinto titolo, ma riuscii a raggiungere l'oro nella Confederations Cup del 2005.
Unico vero trofeo della sua carriera internazionale, anche se il meglio lo ha raggiunto con il Lione.
Sette volte campione di Francia, di seguito, cento goal segnati in 350 partite, una media che potrebbe essere ottima pure per una seconda punta, figuriamoci per un centrocampista.
Quello per cui passerà alla storia, come tanti altri artisti del pallone, è il modo di calciare il pallone.
Una naturalezza, una bravura, anzi, una maestria. Perché la capacità di dare quell'effetto a foglia morta, senza disdegnare una forza non indifferente, oltre a sorprendere i portieri ha fatto scuola.
Pirlo, Cristiano Ronaldo, Neymar..tutti provano a imitare il calcio, potente e preciso, del Pernambucano.
Perché nato nello stato di Pernambuco, a Recife, dove gli squali attaccano dove la barriera corallina non protegge la spiaggia, a causa di uno stabilimento che ha spostato l'habitat dei pinnuti da un centinaio di km a sud più a nord. Un dono, sicuramente, aiutato dal "duro allenamento", per stessa ammissione del Brasiliano, a cui si sottoponeva, calciando più di centinaia di volte al giorno.
Così, dopo leggende fra Vasco da Gama e Lione, gli appuntamenti con Al Gharafa e New York Red Bulls, concludendo la propria storia personale proprio al Vasco, dove era partito quasi due decenni prima.
Un vero e proprio artista che si ritira, secondo forse solo a Zico nel calciare le punizioni, seppur con un modo completamente diverso.
Migliorando anche quel Roberto Carlos che nel 1997, al Trofeo di Tolone, inchiodò Barthez nella porta.
"Ho sempre fatto tutto con rigore e passione. I momenti migliori li ho vissuti certamente nel Lione e nel Vasco.
L'unico rimpianto che ho è di non aver vinto un Mondiale con la Selecao e me ne dispiace molto".
In una conferenza stampa nel corso della quale si è più volte messo a piangere, Juninho Pernambucano, detto "o Reizinho" (piccolo Re) ha annunciato l'addio al calcio giocato.
Vincitore di 7 titoli consecutivi di Ligue 1 con il Lione, verrà ricordato in particolare come autentico maestro dei calci piazzati.
Juninho Pernambucano lascia il calcio ma potrebbe partecipare al Mondiale ugualmente, il ruolo sarebbe quello del commentatore, come ha ammesso il Brasiliano in conferenza stampa: "Mi hanno fatto una proposta ma non ho ancora preso una decisione definitiva. Potrebbe essere certamente una super occasione per prendere parte al Mondiale quì in Brasile".
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