| Comincia a starmi quasi simpatico questo Brasile, da tutti etichettato come modesto, orribile, "il peggiore della storia". Beh, non c'è dubbio che abbia dei limiti evidenti, una qualità complessiva non eccelsa e meno campioni rispetto al passato, però ha un'anima, un cuore, lotta su ogni pallone; queste semifinali le ha ottenute col sudore, soffrendo sempre fino all'ultimo ma - in un modo o nell'altro - riuscendo ogni volta a sfangarla (con gli episodi che finora gli sono stati tutti favorevoli, questo va detto). Preferisco un Brasile operaio ma nel quale tutti si sacrificano come questo piuttosto che una collezione di figurine appagate come quello del 2006, favorito assoluto alla vigilia e poi ben presto rivelatosi un enorme bluff. Per me è un Brasile più che discreto, soltanto a tratti buono, un po' penalizzato dall'enorme pressione, dall'assenza di un centravanti degno di tale nome e in parte anche da alcune scelte di Scolari (che ha però deciso, saggiamente, di puntare tutto sul gruppo: ed effettivamente sono tutti amici all'interno dello spogliatoio, si vede che c'è armonia, perseguono tutti un unico obiettivo, senza rivalità o spaccature interne). Credo, in ogni caso, che la loro corsa si fermerà in semifinale.
Capitolo Colombia: oggi non ho compreso molte scelte di Pekerman, specialmente nell'undici iniziale. Perché lasciare in panchina il diligente Aguilar, che con Carlos Sanchez aveva composto un'ottima mediana, per inserire un casinista come Guarin, con il risultato di spaccare in due la squadra? Perché proporre un giocatore come Ibarbo che si è confermato totalmente inadeguato a questi livelli? Perché utilizzare così poco due attaccanti del calibro di Jackson Martinez e Carlos Bacca? (sono sincero, Teofilo Gutierrez non è che mi abbia impressionato).
James Rodriguez meraviglioso, illumina in ogni giocata. Bellissima la scena finale con David Luiz che prima va a consolarlo e poi lo indica a tutto il pubblico brasiliano, come a dire: "signori, applauditelo perché questo è un fuoriclasse".
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