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Doping di stato russo?

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view post Posted on 10/11/2015, 12:31
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Russia e doping: nel laboratorio segreto dove uomini dell’ex KGB «ripulivano» le analisi

Gli ispettori hanno scoperto l’esistenza, a Mosca, di un laboratorio di Stato «parallelo», più attrezzato di quello ufficiale che neutralizzava i campioni biologici positivi

Nell’atletica leggera russa ci voleva davvero sfortuna per farsi beccare dall’antidoping. Il meccanismo di protezione di chi imbrogliava era infatti - fino a ieri - potente e virtualmente infallibile.
Nelle 323 pagine del rapporto Wada, un ispettore pentito della Rusada (l’agenzia antidoping di Stato, di cui l’Agenzia ha chiesto la sospensione) ha confessato le angosce che lo assalivano dal momento del prelievo del campione di urina (o sangue) all’atleta a quello della consegna al laboratorio moscovita. Uomini del Fsb (l’ex Kgb) lo seguivano passo passo pretendendo di conoscere i codici delle provette: tenevano informati i tecnici che si preparavano ad alterarle.

Una volta giunti nel laboratorio di Mosca, i campioni biologici erano in buone mani. Dal punto di vista russo, sia chiaro. Sul conto corrente di Grigory Rodchenko, l’onnipotente direttore, protetto dai servizi segreti, la Wada ha evidenziato infatti i regolari bonifici dagli atleti che volevano coprire le loro positività. Rodchenko taroccava costantemente le analisi e, lo scorso anno, ordinò l’immediata distruzione di 1.417 campioni di urine che la Wada aveva chiesto di riesaminare. Deprecabile errore umano, secondo lui. Depistaggio per la Wada.
Stupefatti, gli ispettori hanno scoperto l’esistenza, a Mosca, di un laboratorio di Stato «parallelo», più attrezzato di quello ufficiale. Diretto dallo scienziato Bezhanishvili, il laboratorio era specializzato nel neutralizzare i campioni biologici positivi e, allo scopo, conservava grandi quantità di urina «pulita» per eventuali rabbocchi. Attiguo al centro, un polo trasfusionale risolveva ogni problema: non di soggetti malati ma di atleti in perfetta forma. Sergey Portugalov, capo della commissione medica federale russa, procurava e dosava (a pagamento, s’intende) il doping agli atleti. Un maestro nel settore.
I controlli a sorpresa, arma fondamentale dell’antidoping moderno, in Russia erano (e sono) una barzelletta. Tra marzo e maggio 2015, emissari della Wada hanno visitato senza preavviso i centri di allenamento riservati a marciatori e maratoneti.

Hanno scoperto che nel campus olimpico di Saransk - sperduta repubblica autonoma della Mordovia - gli atleti (obbligati a presentarsi entro 15 minuti dall’arrivo dei controlli) apparivano dopo molte ore, si qualificavano sotto falso nome, irridevano gli ispettori protetti dai loro tecnici. Nelle schede di reperibilità, le mail e il numeri di telefono appartenevano ai dirigenti. Erano loro a essere avvisati, molto tempo prima dei controlli. Alla faccia della sorpresa.
Il doping era così sfrontato che, grazie ai prelievi nelle competizioni internazionali, alcuni atleti sono stati comunque trovati positivi o con alterazioni clamorose del passaporto biologico. Ecco che scattava il piano B. All’atleta veniva chiesto denaro (la cifra più alta riscontrata sono i 450 mila euro alla maratoneta Shobuchova, che aveva un bel conto in banca grazie alle vittorie nelle maratone internazionali) da bonificare alla presunta «cupola» della Iaaf per coprire il caso, rallentando le procedure di sanzione. Gli stessi tecnici-dopatori, però, ne trattenevano una consistente parte per pagarsi il disturbo. A quel punto, spiega la Wada, la Iaaf iniziava una lunga melina per permettere ai sospetti di preparare la loro difesa senza essere incriminati. È su questo aspetto che si concentreranno le indagini dell’Interpol.

Esplora il significato del termine: E i poveretti (50 negli ultimi tre anni) comunque smascherati e sanzionati? Beh, gli atleti sotto squalifica venivano fatti regolarmente gareggiare sotto falso nome nelle competizioni nazionali e internazionali sul suolo russo, in modo da farsi trovare pronti al rientro alle gare. In Russia la federazione pensava a tutto. Anche alla redenzione dei peccatori. E i poveretti (50 negli ultimi tre anni) comunque smascherati e sanzionati? Beh, gli atleti sotto squalifica venivano fatti regolarmente gareggiare sotto falso nome nelle competizioni nazionali e internazionali sul suolo russo, in modo da farsi trovare pronti al rientro alle gare. In Russia la federazione pensava a tutto. Anche alla redenzione dei peccatori.

http://www.corriere.it/sport/15_novembre_1...5c226a8af.shtml



Fosse vero (e temo che lo sia...) sarebbe GRAVISSIMO, una mazzata senza precedenti per lo sport russo.
 
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view post Posted on 10/11/2015, 15:52
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«Atletica, doping di Stato». La Wada chiede la sospensione degli atleti
russi dalle Olimpiadi di Rio


La sospensione richiesta, se fosse adottata dalla Iaaf, la federazione internazionale dell’atletica, impedirebbe agli atleti russi di partecipare a tutti gli eventi internazionali come Olimpiadi, campionati del mondo o europei. Mosca: «Accuse senza basi»



Il più esteso fenomeno di doping e corruzione della storia dello sport moderno. Così Richard Pound, presidente della Commissione di Inchiesta dell’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada), ha descritto lo «scandalo doping» nell’atletica leggera, presentando lunedì a Ginevra il rapporto della Commissione elaborato per conto della Wada sulla base di migliaia di pagine di documenti e testimonianze confidenziali raccolte negli ultimi sei mesi.

La «cupola» della Iaaf sotto accusa

E’ davvero sconvolgente il rapporto Wada considerando che, per motivi di tempo e per non interferire con inchieste giudiziarie in corso, lo stralcio presentato a Ginevra in un rapporto dettagliatissimo di 323 pagine è limitato solo a fatti avvenuti in Russia. Mancano i dati (anche questi clamorosi) che documentano l’esistenza di una «cupola» formata dal presidente della Iaaf Lamine Diack, dalla sua «famiglia allargata» (i due figli, il consigliere economico, il capo francese dell’antidoping) e dai vertici politici e tecnici dello sport russo per coprire decine di casi di positività conclamata in cambio di denaro.

Secretata la parte «non russa» dell’inchiesta

La parte «non russa» e federale è stata secretata all’ultimo momento per non interferire con l’inchiesta giudiziaria in corso in Francia da tre giorni e che ha portato al fermo di Diack, del suo consigliere Cisse e del medico Gallet, rilasciati com obbligo di non lasciare la Francia. «Esaminando il rapporto della nostra Commissione Indipendente — ha dichiarato Pound — abbiamo trovato una quantità sconvolgente, incredibile di prove che dimostrano la totale manipolazione dei risultati sportivi nell’atletica di alto livello degli atleti russi degli ultimi dieci anni: prove di pagamento di tangenti, di esami antidoping mai svolti, di campioni di urina o sangue distrutti dalle autorità che dovevano esaminarli, di complicità a ogni livello. Lo stesso ministro dello sport russo non poteva non sapere quello che stava succedendo: impossibile non pensare a un caso di doping di Stato. Il primo provvedimento che noi della Wada siamo obbligati a suggerire è la sospensione immediata della Russia dalle competizioni nell’atletica leggera, Giochi Olimpici di Rio compresi, e la chiusura sia dell’Agenzia Antidoping Rusada che del laboratorio di Mosca. O escono loro spontaneamente dal movimento internazionale o li deve bloccare il Comitato Olimpico. Tutto deve essere rifondato su basi nuove».

Tangenti e violenze

Il meccanismo russo era lineare. Da un lato denaro (centinaia di miglia di euro a testa) pagati dagli atleti positivi (ai controlli analitici o a quelli del passaporto biologico) sotto forma di tangenti ai tecnici del loro paese che facevano da intermediari per farli cancellare dalla Iaaf. Dall’altro un sistematico, violento boicottaggio dei controlli. Insomma, i federali russi manipolavano i controlli e quando la manipolazione falliva e l’atleta veniva smascherato gli chiedevano denaro per «cancellare» la colpa.Tangenti e violenze
Il meccanismo russo era lineare. Da un lato denaro (centinaia di miglia di euro a testa) pagati dagli atleti positivi (ai controlli analitici o a quelli del passaporto biologico) sotto forma di tangenti ai tecnici del loro paese che facevano da intermediari per farli cancellare dalla Iaaf. Dall’altro un sistematico, violento boicottaggio dei controlli. Insomma, i federali russi manipolavano i controlli e quando la manipolazione falliva e l’atleta veniva smascherato gli chiedevano denaro per «cancellare» la colpa.

«Sabotati i Giochi di Londra»

La Commissione Indipendente parla di «sabotaggio» dei Giochi Olimpici di Londra 2012 da parte della Russia dato che la quasi totalità di atleti saliti sul podio o entrati in finale sarebbero stati dopati. La Russia a Londra vinse infatti otto medaglie d’oro, quattro d’argento e cinque di bronzo, seconda nel medagliere solo agli Usa. Decine i casi documentati. Quelli di ufficiali antidoping russi «onesti» che dopo i loro prelievi venivano seguiti da agenti di polizia (ex KGB) che cercavano di sottrarre loro i campioni di urine per sostituirli con altri prima dell’arrivo al laboratorio di Mosca.«Sabotati i Giochi di Londra»
La Commissione Indipendente parla di «sabotaggio» dei Giochi Olimpici di Londra 2012 da parte della Russia dato che la quasi totalità di atleti saliti sul podio o entrati in finale sarebbero stati dopati. La Russia a Londra vinse infatti otto medaglie d’oro, quattro d’argento e cinque di bronzo, seconda nel medagliere solo agli Usa. Decine i casi documentati. Quelli di ufficiali antidoping russi «onesti» che dopo i loro prelievi venivano seguiti da agenti di polizia (ex KGB) che cercavano di sottrarre loro i campioni di urine per sostituirli con altri prima dell’arrivo al laboratorio di Mosca.

Minacce a chi si ribellava

Minacce telefoniche e fisiche ad allenatori e ispettori antidoping non compiacenti. Atleti sostituti da “controfigure” durante i controlli a sorpresa nei campus di allenamento. Una sistematica, documentata azione della Rusada (l’agenzia antidoping) per informare gli atleti su come eludere i controlli o depistare i controllori fornendo loro false informazioni. Pound non ha escluso che il co Dura reazione, subito dopo la conferenza stampa, del ministro dello sport russo, Vitaly Mutko, che ha negato ogni addebito e chiesto un’analisi non di parte dei fatti. Nel frattempo l’Interpol ha annunciato un’inchiesta internazionale, che sarà guidata dalla polizia francese.

http://www.corriere.it/sport/15_novembre_0...d4f30b0b8.shtml


:sick:
 
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view post Posted on 11/1/2017, 14:24
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Vitaly Mutko: "Lo sport russo è uno dei più puliti del Mondo".

Ma possibile che questo pagliaccio sia riuscito a farla franca ancora una volta? Cos'altro deve combinare, dopo aver sputtanato la Russia agli occhi di tutto il Pianeta, per perdere l'incarico?
 
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2 replies since 10/11/2015, 12:31   245 views
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