| In Russia hanno accolto con un certo entusiasmo il pareggio arrivato all'ultimo nella sofferta gara d'esordio contro l'Inghilterra. Un punto che lo stesso Slutskiy ha definito "più importante per il morale che per la classifica". La speranza è che quel gol siglato nel finale da Vasily Berezutskiy abbia sbloccato psicologicamente la Russia, arrivata in Francia con poche certezze, frantumatesi con le pesanti defezioni dei vari Zhirkov, Cheryshev, Denisov e Dzagoev. Allo stesso tempo c'è però la consapevolezza di dover migliorare ancora molto, soprattutto sul piano del gioco, come ammesso da capitan Shirokov, che contro la Slovacchia spera di partire dall'inizio: "Siamo contenti per il risultato ottenuto, meno per la prestazione, che dal mio punto di vista è stata negativa". In effetti, non si può dire che la Russia abbia brillato: poche idee, centrocampo non pervenuto, poco chiamato in causa il terzetto che agiva alle spalle del povero Dzyuba, lasciato solo a combattere contro la difesa inglese per l'intero match. Proprio a causa delle difficoltà del centrocampo, che Slutskiy ha dovuto ricostruire nei giorni scorsi, la Russia ha praticamente sempre iniziato le azioni con lunghi lanci (spesso imprecisi) dei due difensori centrali a cercare Dzyuba, abile a far salire la squadra e nel giocare di sponda. Un piano tattico povero, che può funzionare contro un'avversaria di livello superiore come l'Inghilterra, ma che non si può riproporre nelle successive due gare. Almeno nelle intenzioni, quindi, contro Slovacchia e Galles dovremmo vedere una Russia diversa.
Sabato sera non ha certo brillato il centrocampo, con gli infortunati Denisov e Dzagoev rimpiazzati da un semi-esordiente naturalizzato due settimane fa (Neustädter) e un ragazzino appena lanciato nel calcio dei grandi (Golovin, che credo abbia toccato due palloni in tutta la partita). Entrambi impalpabili, non pervenuti, non so se verranno riproposti dall'inizio da Slutskiy, dal momento che Glushakov ha recuperato ed elementi come Mamaev e lo stesso Shirokov scalpitano.
Non ha convinto neanche Smolov, nonostante sia andato vicino al gol con un bel tiro a giro da fermo. Shatov, a sua volta, è sembrato un po' sacrificato in quella posizione più centrale, come trequartista a tutto campo; si esalta maggiormente partendo largo, per poi accentrarsi. Personalmente non mi è piaciuto neppure Schennikov (ritengo Dmitry Kombarov molto più forte), autore però dell'assist per l'1-1. Ha funzionato eccome invece la catena di destra, con Smolnikov e Kokorin protagonisti di una buona prova.
A sorpresa, a brillare è stata soprattutto la fase difensiva, con la Russia che ha concesso poco all'Inghilterra. Lanci a casaccio a parte, Vasily Berezutskiy (il migliore in campo, non solo per il gol) e Ignashevich hanno infatti disputato una grande partita. Bene Akinfeev: poteva fare di più sulla punizione di Dier (era comunque coperto da un avversario, non l'ha vista partire), è vero, ma ha compiuto un autentico miracolo su Rooney, finora l'intervento più bello e spettacolare di questi Europei.
Russia e Slovacchia si sono affrontate per l'ultima volta il 26 maggio del 2014, in un'amichevole pre-Mondiale. La nazionale allora guidata da Fabio Capello si impose di misura, grazie a un colpo di testa di Kerzhakov nei minuti finali. Due anni prima, Russia e Slovacchia si affrontarono nel girone di qualificazione a EURO 2012: all'andata, a Mosca, gli ospiti si imposero a sorpresa per 0-1, grazie a un gran gol di Stoch (in una gara dominata dai russi). Al ritorno finì sempre 0-1, con il bolide di Dzagoev che permise alla Russia di vincere il proprio girone e staccare il pass per l'Europeo, eliminando la Slovacchia. Le due nazionali si trovarono opposte anche nel girone di qualificazione per i Mondiali del 2006: un doppio pareggio, 1-1 a Mosca e 0-0 a Bratislava.
Sono diversi i nazionali slovacchi che militano o hanno militato nel campionato russo. A cominciare dal capitano, Martin Škrtel, scoperto proprio dallo Zenit, che lo prelevò quand'era ancora 19enne, per poi venderlo al Liverpool quattro anni dopo.
L'erede di Škrtel allo Zenit è stato Tomáš Hubočan, un elemento importante soprattutto durante la gestione Spalletti, che lo schierava sia come terzino sinistro (prima che arrivasse Criscito) sia come centrale. Villas-Boas non l'ha invece mai considerato più di tanto, per questo motivo Hubo nell'estate del 2014 chiese la cessione, venendo accontentato e passando così alla Dinamo Mosca. Ha saltato gli ultimi due mesi per infortunio e la sua assenza è costata cara al club moscovita, retrocesso per la prima volta nella sua storia. La carriera di Hubočan potrebbe proseguire in Russia: sembra infatti a un passo dal neopromosso Arsenal Tula. Difficilmente lo vedremo in campo: è stato portato lo stesso dal C.T., ma non è al meglio, mi sa che non ce la farà a recuperare in tempo.
Ancora più lunga l'esperienza russa di Ján Ďurica, che gioca in RPL dal 2006, quando Vladimír Weiss (il padre del numero 7 slovacco, ex Pescara) se lo portò dietro dall'Artmedia al Saturn. Le ultime sette annate le ha trascorse alla Lokomotiv Mosca, squadra che lascerà nella sessione estiva di mercato: non gli è stato infatti rinnovato il contratto in scadenza. Il 34enne sembra pure lui vicino a firmare per l'Arsenal Tula.
Un altro centrale slovacco, Kornel Saláta, ha vestito in passato le maglie di Rostov (buon rendimento nel sud della Russia) e Tom Tomsk (poco impiegato in Siberia).
L'estremo difensore Ján Mucha, che ha recentemente perso il posto in favore di Kozáčik, vanta un passato recente in RPL, con le maglie di Krylya Sovetov (riserva del bielorusso Veremko) e Arsenal Tula (titolare nel girone di ritorno della RPL 2014-15).
Miroslav Stoch in passato era stato accostato a svariati club russi, dallo Zenit all'Anzhi, passando per tutte le compagini moscovite.
Ondrej Duda ha appena vinto il campionato polacco con il Legia Varsavia guidato da un tecnico russo: Stanislav Cherchesov, ex allenatore di Spartak Mosca, Terek Grozny, Amkar Perm e Dinamo Mosca.
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