| Darà la colpa al limite sugli stranieri: o meglio, sosterrà che in Russia ci sono troppi "legionari" (come li chiamano da quelle parti) e che dovrebbero giocare obbligatoriamente più russi. Allo stesso tempo sottolineerà come l'intera rosa militi in patria e di conseguenza abbia poca esperienza internazionale. Poi citerà quei due-tre episodi arbitrali (nulla di eclatante, siamo seri) che hanno svantaggiato la Russia. E infine ricorderà come sia stato il primo C.T. a portare la Russia a un Mondiale dopo 12 anni di assenza, arrivando davanti al Portogallo (che in Brasile ha dimostrato il suo valore...) nel girone di qualificazione. L'ultima carta che potrebbe eventualmente giocarsi - ma non so fino a che punto gli convenga farlo - è puntare il dito contro i giocatori russi, accusandoli di essere scarsi o poco competitivi, a dispetto di altre nazionali (passi per il Belgio che è effettivamente di un'altra categoria, ma Algeria e Corea del Sud - nomi alla mano - non hanno certo una rosa superiore, tutt'altro).
Secondo me riuscirà in un modo o nell'altro a farla franca. Certo però che il suo stipendio spropositato non va giù a nessuno: tutti concordano sul fatto che non valga assolutamente la cifra che percepisce. Si è rivelata una mossa insensata presentarsi al Mondiale col tecnico di gran lunga più pagato della manifestazione per poi uscire al primo turno, in un girone alla portata. E se è vero che la Russia mancava in una Coppa del Mondo dal 2002, è altrettanto vero che nel 2014 ha ottenuto il peggior risultato della sua storia, non riuscendo a vincere nemmeno una partita. Cosa mai successa prima.
Dico la mia: a prescindere da come sia andata l'esperienza brasiliana, ritengo che Don Fabio non sia l'uomo adatto per costruire una squadra in grado di ben figurare nel 2018 (perché l'unico obiettivo è quello). Il van Gaal della situazione sarebbe l'ideale, non un allenatore che in tutta la sua carriera ha avuto la fortuna di allenare sempre e solo squadre ricche di campioni già formati e affermati. Se valutiamo attentamente la carriera di Capello non si può non notare come abbia sempre avuto difficoltà - anche con un Milan stellare - nelle competizioni brevi; in Europa ha sempre faticato, ottenendo svariate figure barbine con gli altri club da lui allenati (Real Madrid, Roma e Juventus). E, a livello di nazionali, ha già fallito nel 2010 con l'Inghilterra, in un modo peraltro abbastanza simile. Le sue squadre non hanno mai brillato in quanto a gioco; il suo difensivismo poco si sposa con la mentalità russa, non è un caso infatti che la Russia/URSS i suoi risultati più brillanti li abbia ottenuti con tecnici che prediligevano un calcio propositivo d'attacco, come Lobanovskiy o in tempi più recenti Hiddink. La Russia deve giocare in modo arrembante, a viso aperto, rischiando il tutto per tutto; non è capace di chiudersi e difendersi a oltranza, si snatura, perde le sue peculiarità/qualità. Lo dice la storia, non Kerzhakov91.
In ogni caso, Capello o non Capello, in ottica 2018 rimango pessimista all'ennesima potenza. Non vedo vie d'uscita per evitare una figuraccia epocale o anche solo un'anonima (e triste) comparsata.
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