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| E' stato chiamato per rimediare ai disastri commessi dal suo predecessore, la situazione sembrava già ampiamente compromessa, eppure è riuscito a ottenere una qualificazione insperata, vincendo - in modo piuttosto convincente - 4 partite su 4. E' lui, il buffo ma pragmatico Leonid Slutskiy, il vero grande artefice della qualificazione ottenuta in extremis dalla Russia. A convincere sono state soprattutto le sue scelte (tutte azzeccate, finora), con la nazionale russa che dopo tanto tempo è tornata finalmente a mostrare un gioco propositivo, d'attacco, grazie anche all'impiego dal primo minuto di elementi quasi mai presi seriamente in considerazione durante la precedente gestione (come Dzagoev e Dzyuba, con quest'ultimo autore di ben 8 reti in queste qualificazioni, 6 delle quali siglate nelle ultime 4 sfide). Molto probabilmente si è guadagnato la riconferma fino al 2018. E a questo punto credo che sarebbe proprio la scelta più saggia. Riguardo al successo odierno per 2-0 contro il Montenegro (già eliminato e orfano dell'infortunato Jovetic e dello squalificato Vucinic), non c'è molto da dire, gara dominata e vinta in scioltezza, con il passivo che avrebbe potuto essere più cospicuo. L'ha sbloccata Kuzmin, un terzino destro di 34 anni alla terza presenza in nazionale (!), una bella storia davvero la sua, con un gran tocco in spaccata su splendido lancio di Denisov; l'ha chiusa Kokorin dal dischetto, pochi minuti dopo. Poi diverse occasioni non concretizzate, ma per oggi va bene così. Per com'era la situazione anche solo un mese e mezzo fa, la qualificazione diretta è un mezzo miracolo!
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