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| Non male, dai. Al di là del punteggio finale (che sta stretto alla Russia, tra pali, salvataggi sulla linea, rigori non concessi neanche dalla Var, errori da due metri degli attaccanti) e del valore a dir poco modesto degli avversari, i padroni di casa hanno superato abbastanza bene il test. Sono d'accordo con il concetto ripetuto più volte in telecronaca dallo zio Bergomi: questa Russia è una squadra con dei limiti (soprattutto in difesa), ma con una sua logica. Fin dal suo arrivo Cherchesov ha sempre proposto un compatto 3-5-2 e sta cominciando a raccogliere i primi frutti.
In grande spolvero oggi Smolov (motivatissimo, si vede che ci tiene proprio a mettersi in mostra), Golovin (osservato dagli scout dell'Arsenal) e Samedov (che ha corso su e giù sulla fascia come un ragazzino); bene anche Zhirkov e Poloz. Difesa quasi mai chiamata in causa, ma che ha retto bene l'impatto fisico con i neozelandesi. Non mi ha convinto però un mancino puro come Dzhikiya (peraltro alla seconda presenza in nazionale) sul centro-destra: rallenta troppo l'azione. Quasi quasi proverei in quel ruolo Shishkin, che è l'unico difensore russo coi piedi buoni...
Limitando il discorso a questa Confederations Cup, viste le tante assenze (sia per infortunio che per scelta tecnica), ciò che mi preoccupa di più sono i ricambi non all'altezza. Il centrocampo titolare, formato da Erokhin-Gluhakov-Golovin e orfano di Zobnin e Dzagoev, è più che valido, le riserve però lasciano alquanto a desiderare. In attacco, il fatto che - con Dzyuba indisponibile (oggi avrebbe realizzato una tripletta facile facile) - Bukharov sia il primo ricambio la dice lunga.
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