1-1, la sblocca nella ripresa Azmoun (il cui gol, per giunta a Kazan, non era neanche quotato
), in un'azione di contropiede degli iraniani; pareggia il subentrato Poloz, ottimamente servito da Samedov.
Ombre e luci, come in ogni partita della gestione Cherchesov. Qualcosina da salvare c'è sempre, ma non basta. I risultati, del resto, parlano chiaro, questa è una nazionale che può perdere o pareggiare contro chiunque e che fa una fatica boia a vincere, nonostante finora abbia affrontato quasi esclusivamente selezioni non di primissimo piano (eccetto il Portogallo, il Belgio che però schierò le riserve e al limite il Cile).
Lo schieramento tattico, oggi per la verità un po' diverso (si è iniziato il match con un trequartista puro, Alexey Miranchuk, e lo si è concluso con un tridente puro), continua a non convincermi, soprattutto per via della difesa a 3, che non porta alcun beneficio, visto che la Russia subisce sempre gol e risulta facilmente perforabile. Dato che la difesa è un colabrodo in ogni caso, tanto vale togliere un difensore e inserire un centrocampista in più, considerando che almeno sulla trequarti un po' di talento non manca. Discorsi che abbiamo fatto più e più volte, ma il baffo sembra non volerci sentire.
Da migliorare l'intesa fra Smolov e Kokorin davanti, nonostante i due si dovrebbero conoscere bene, visti i tanti anni passati assieme alla Dinamo tra giovanili e prima squadra. Alexey Miranchuk finora in nazionale risulta più incisivo quando parte dalla panchina. Rausch, tra i più attivi, mi sembra il classico soldatino: attento, disciplinato, modesto tecnicamente ma con un piede più che discreto, che gli permette di crossare decentemente. Zhirkov, il miglior Dmitry Kombarov e Nabiullin per me rimangono più forti, ma nel giro della nazionale ci può stare.
Nella ripresa sono entrati, in ordine, Dzhikiya, Kuzyaev, Samedov, Poloz e Zabolotniy. Ancora panchina per Neustädter e Granat, che evidentemente Cherchesov non vede proprio.